Al via la campagna di comunicazione “Un posto sicuro” per chi è vittima di violenza

Troverà spazio sugli autobus dell’ATB, negli studi dei medici di medicina generale, in tutte le sedi dell’ASST Papa Giovanni XXIII e sui canali social dell’azienda con il claim “Un posto sicuro in ogni luogo”. È la nuova campagna di comunicazione dell’ASST Papa Giovanni XXIII pensata per intercettare chi è vittima di violenza e aiutarlo a trovare “un posto sicuro” in cui ricevere ascolto, supporto, aiuto e cure specialistiche se necessario. La campagna – integrata, multilingua e crossmediale – è finanziata con il contributo di Regione Lombardia ed è stata ideata dall’agenzia di comunicazione bergamasca Studiomeme.
Il posto sicuro a cui si fa riferimento e a cui è possibile rivolgersi può essere l’Ospedale di Bergamo, ma anche quello di San Giovanni Bianco, le Case di Comunità di Borgo Palazzo, Zogno, Villa D’Almè e Strozza, i Consultori Familiari di Bergamo e Villa D’Almè e gli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta della città di Bergamo, hinterland e delle Valli Brembana e Imagna. In tutti questi contesti uomini e donne vittime di violenza, minori compresi, possono trovare personale preparato ad ascoltare il loro vissuto e che può aiutarli a trovare una via di uscita dalle minacce, dai soprusi e dalla paura.
La campagna è frutto della necessità di informare le persone vittime di violenza sull’esistenza di spazi sicuri e protetti a cui affidarsi e rassicurarle sulla riservatezza del servizio, anche nel suo ruolo di ponte verso un’assistenza strutturata e duratura, in collaborazione con le altre istituzioni locali. Il concept creativo prende forma dall’immagine del post-it come elemento visivo centrale, fa ricorso a colori delicati e rassicuranti, ad una tipografia morbida e leggibile, ad icone grafiche semplici e intuitive e utilizza personaggi diversificati di qualsiasi età, genere ed etnia. Il messaggio chiave viene presentato come una nota esplicativa che sembra “appesa” nello spazio, proprio come si farebbe con un post-it che contiene un promemoria importante, che richiama l’attenzione senza essere invasivo.
“Partendo dall’elemento grafico dei foglietti staccabili, simbolo di quelle piccole note che non vorremmo dimenticare, abbiamo cercato una comunicazione inclusiva e interculturale, perché la violenza domestica colpisce persone di ogni provenienza e ceto sociale – ha spiegato Antonella Flauto di Studiomeme -. Con un linguaggio semplice, chiaro e disponibile in più lingue abbiamo assecondato la necessità di raggiungere efficacemente tutte le vittime di violenza, in particolare di quella domestica, che è quella più nascosta e più difficile da far emergere, trasmettendo un messaggio di accoglienza e protezione. È un tema che ci sta molto a cuore e siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo ad aiutare chi ha prima di tutto la necessità di sapere che una via di uscita dalla violenza esiste e magari è proprio a pochi passi da lui o da lei”.
Il messaggio secondario “Hai bisogno? Noi ci siamo” non è solo una frase, ma un manifesto di valori: immediatezza, vicinanza, accoglienza e sostegno. Inserito come elemento visivo in ogni contesto, fisico o digitale, lo slogan è il simbolo di un servizio che può fare la differenza nella vita delle persone. La frase utilizza un linguaggio chiaro e colloquiale, che elimina qualsiasi barriera comunicativa. L’uso della prima persona plurale (noi ci siamo) crea un forte senso di comunità e coinvolgimento, mentre il riferimento esplicito al “bisogno” di chi legge trasmette empatia e comprensione delle necessità altrui. È un messaggio che arriva direttamente al cuore del destinatario, evitando formalismi o distanze.
La campagna si declinerà in ADV multisoggetto che troveranno spazio in tutte le sedi dell’ASST Papa Giovanni XXIII, sugli autobus dell’ATB, attraverso i pendolini e i banner interni ai mezzi, e sulle pagine Facebook e Instagram dell’azienda, attraverso il formato del carosello e il layout delle infografiche.
“È importante per noi far capire che i nostri servizi a supporto di chi è vittima di violenza non sono disponibili solo nei Pronto Soccorso – ha commentato Simonetta Cesa, Direttore socio sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Da lì è partito molti anni fa il nostro lavoro di intercettazione e presa in carico dei casi di violenza che in questi anni sono arrivati alla nostra attenzione, ma oggi quello che il Papa Giovanni offre è una rete di servizi diffusi su tutto il territorio di nostra competenza, in città e nelle Valli Brembana e Imagna, dove offriamo attenzione, cure e protezione a chi ha bisogno di un posto sicuro per costruire un futuro sicuro per sé e per tutti”.

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