Alessandro Saramondi, 40 anni, agente di Polizia Locale da 18 anni in servizio, giovedì mattina 12 luglio si è tolto la vita con un colpo di pistola alla testa mentre si trovava negli spogliatoi della sede di via Carducci a Desenzano del Garda.
Come ogni giorno aveva raggiunto il posto di lavoro partendo, ma intorno alle 11 ha puntato contro di sé la pistola di ordinanza. Il primo a trovarlo in quelle condizioni è stato un collega che ha subito attivato anche gli altri componenti della Polizia, ma per il 40enne non c’era ormai più nulla da fare. L’agente non ha lasciato alcun messaggio che preludesse alla disgrazia: i carabinieri della compagnia di Desenzano indagano sull’accaduto. Pare che al momento non sia stata aperta alcuna inchiesta e si pensa che Saramondi si sia ucciso per motivi personali. Mentre il comando di Polizia, a partire dal capo Carlalberto Presicci, è sotto shock per l’accaduto. Saramondi, residente a Calvagese nello stesso complesso dei genitori e con domicilio anche a Padenghe, era molto conosciuto anche per la sua solidarietà a L’Aquila dopo il terremoto. Quanto avvenuto a Desenzano ha portato i sindacati di Polizia ad una riflessione: infatti dal 2010 al 2016 sono aumentati i suicidi tra le forze dell’ordine e soprattutto nel bresciano dove due casi simili sono successi anche a Travagliato e Darfo. Tanto che le organizzazioni dei lavoratori di questa categoria stanno cercando di capire cosa sta succedendo e di valutare come usurante anche il mestiere dell’agente.