Ammontano in totale a 8650 euro i soldi che Pompilio Faggiano, il cardiologo 63enne, non ha versato nelle casse dell’ospedale Civile di Brescia per aver usufruito dei laboratori e della strumentazione ospedaliera durante le visite effettuate come libero professionista. Questo, secondo la Procura di Brescia, è il reato commesso dal dottore pugliese d’origine, ma bresciano d’adozione. L’accusa mossa da parte del sostituto procuratore Ambrogio Cassiani è quella di peculato. Da quanto ricostruito dagli inquirenti pare che dal 4 gennaio del 2019, fino al 28 agosto, il dottore abbia effettuato 51 visite, come libero professionista, all’interno del Civile senza però versare – come previsto dalla normativa – la quota spettante all’azienda ospedaliera. Lo scorso settembre la Guardia di Finanza di Brescia aveva fatto irruzione per perquisire, a fondo, lo studio del cardiologo. Un blitz che si era verificato davanti a parte dei colleghi del medico e a diversi pazienti. Ora che l’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato, il professionista ha 20 giorni di tempo per raccontare la sua versione al pubblico ministero o depositare una memoria scritta.