È andato in scena questa mattina al teatro dell’oratorio di Fiorano al Serio il primo spettacolo destinato alle giovani generazioni e sostenuto da “Ragazze e ragazzi alla ribalta: vivere il teatro, vivere la vita”, progetto promosso dal Consorzio sociale Sol.Co Città Aperta e CSA Coesi, con il supporto di Confcooperative Bergamo, il contributo della Fondazione Cariplo e la collaborazione della Fondazione della Comunità Bergamasca.
Il bando, aperto nel corso della primavera e riservato alle scuole elementari e medie e agli istituti professionali della Valle Brembana, Imagna, Seriana, di Scalve, Alto Sebino, Valli Cavallina, Calepio e Basso Sebino, consente a 4.000 studenti e studentesse di accedere agli spettacoli del Teatro Ragazzi con un importante abbattimento dei costi.
L’attenzione verso questa proposta artistica si è già dimostrata molto alta: le richieste di adesione per l’anno in corso hanno già superato quota 5.000, segno dell’apprezzamento del valore sociale, culturale ed educativo del Teatro Ragazzi.
Come confermato oggi dalla prima rappresentazione sostenuta dal progetto: oltre 200 tra ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di primo grado di Gazzaniga e Cene hanno assistito a “Maxima”, liberamente tratto da “Solo la luna ci ha visti passare” di Maxima e della giornalista Francesca Ghirardelli, interpretato dalle attrici e degli attori di Pandemonium Teatro.
Il progetto “Ragazze e ragazzi alla ribalta: vivere il teatro, vivere la vita” prevede anche azioni di studio e ricerca, formazione, promozione e supporto progettuale: nel corso degli ultimi mesi, sono state realizzate indagini quantitative e qualitative, seminari e conferenze, con il coinvolgimento di figure di rilevanza nazionale.
“Siamo molto contenti dell’attenzione che riceve la nostra proposta progettuale da parte delle scuole, perché conferma che abbiamo raccolto un bisogno profondo”, dichiara Fausto Gritti, presidente del Consorzio Sol.Co Città Aperta.
“Supportare la fruizione di spettacoli teatrali mettendo in scena, in molti casi, delle rappresentazioni in sale dislocate nelle vicinanze delle scuole, come previsto dal progetto, permette di offrire a migliaia di alunni e alunne frequentanti gli istituti scolastici delle aree vallari e montane della nostra provincia importanti occasioni di crescita e formazione. L’intento di “riportare i ragazzi a teatro”, dopo l’annoso periodo del Covid, si accompagna a una duplice attenzione: rimuovere le barriere economiche che ostacolano l’accesso ai luoghi della cultura, favorendo l’inclusione di tutti gli studenti al di là della loro condizione sociale, e valorizzare l’offerta culturale dei territori delle aree interne, rendendole più attrattive e rispondenti ai bisogni emergenti delle comunità di riferimento”, evidenzia Orietta Locatelli, vicedirettrice Confcooperative Bergamo.
“Abbiamo immediatamente aderito alla proposta di Sol.Co Città Aperta e di Confcooperative Bergamo: il teatro, come dice il titolo, è davvero un po’ come la vita: ti sorprende, ti emoziona, ti racconta, ti domanda, ti fa mettere nei panni degli altri, ti scuote il cuore e la mente, ti mette in moto anche se stai fermo, ti apre al mondo e a te, tra abissi e meraviglia. Non potevamo non dare questa straordinaria opportunità di crescere ai nostri ragazzi”, dichiara la professoressa Elisabetta Corna, docente della Scuola Secondaria di Primo Grado di Gazzaniga.
“In questo preciso momento storico – conclude Raffaella Basezzi, presidente di Pandemonium Teatro e Referente settore Cultura Turismo Sport di Confcooperative Bergamo – a pochi giorni dalla pubblicazione del decreto Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo 2025-2027 del Ministero della Cultura, che purtroppo cancella completamente la funzione specifica dei Centri di Produzione di Innovazione e di Teatro Ragazzi, leggo l’avvio di questo progetto come segno concreto e innegabile dell’esistenza sui territori di forze vitali, d’impresa e cooperative, attive e reattive, che possano con il loro “pensare e fare” segnalare alla politica prassi e funzioni culturali territoriali che vanno preservate perché consolidate insieme alle comunità e di grande valore sociale, culturale ed economico”.