Questa mattina, 25 aprile, si è svolta la cerimonia in occasione del 78° anniversario dalla fine della guerra con la liberazione dai nazisti che dall’8 settembre 1943, data della firma dell’armistizio e l’inizio della fuga del RE verso Brindisi. segnava una delle pagine più tristi e sanguinose della storia italiana. L’appuntamento a Costa Volpino sede scelta per rinnovare questa celebrazione che riuniva i comuni dell’alto Sebino e della media Valle Camonica con i sindacati Cgil – Cisl – Uil. L’incontro ha avuto luogo presso il cimitero di Volpino da dove, una volta celebrata la santa messa il corteo si è trasferito a Corti in piazza San Rocco dove anni fa fu posta la lapide in ricordo dell’incendio della frazione per mano dei militi della Tagliamento come rappresaglia per il ferimento di due soldati da parte di un partigiano del luogo.
I sindaci presenti con la fascia, molti stendardi comunali, altrettanti gagliardetti. L’impianto di amplificazione a watt ridotti, che permetteva l’ascolto ideale solo ad un piccolo gruppo di partecipanti e la mancanza di freschezza degli interventi ha subito fatto scendere il livello di attenzione. Eppure di cose ce n’erano da dire. Narrare del contributo di sangue che questa terra, come le altre vicine, ha offerto alla causa della libertà, delle tribolazioni della popolazione, dei rischi come quello di Corti con l’incendio e la paura di vedere fucilati una quarantina di uomini. Avere il coraggio di dire, dopo 78 anni, che è possibile cambiare pagina che la pace tra gli italiani, già raggiunta nella vita civile, può essere sancita anche chiedendo alla politica di fare un passo indietro e non insistere sui cavilli per creare tensione tra la gente
Sarebbe un straordinario modo perché il 25 aprile diventi veramente la festa dell’Italia della democrazia e della civiltà