Un ricordo intenso e partecipato, per non dimenticare l’altissimo sacrificio di chi ha combattuto per la nostra libertà. Sabato 25 gennaio gli Alpini della zona 15 Val Gandino (gruppi di Gandino, Leffe, Casnigo, Peia e Cazzano S.Andrea) si sono ritrovati a Cazzano S.Andrea per ricordare la Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini e in particolare la battaglia di Nikolajewka combattuta il 26 gennaio 1943 durante la ritirata di Russia.
L’iniziativa congiunta è stata avviata nel 2022 a Leffe, nell’anno in cui il Parlamento Italiano ha ufficialmente istituito la Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini, legandola proprio alla data del 26 gennaio, giorno della battaglia. Nel 2023 la celebrazione si è tenuta a Gandino, nel 2024 a Peia. Il prossimo anno sarà a Casnigo.
La commemorazione a Cazzano S.Andrea si è aperta con la messa nella parrocchiale concelebrata dal parroco don Egidio Rivola e dal cazzanese don Guido Rottigni, parroco a S.Omobono Terme. A guidare le Penne Nere c’erano il coordinatore della zona 15 Val Gandino Giovanni Battista Colombi (che ha letto in chiesa la Preghiera dell’Alpino) e i capigruppo della Valle: Alessandro Marinoni di Peia, Corrado Frigeni di Gandino, Battista Bernardi di Casnigo, Pietro Gallizioli di Leffe e Fabrizio Moretti di Cazzano S.Andrea. Presenti in veste ufficiale anche i sindaci Sergio Spampatti di Cazzano S.Andrea, Filippo Servalli di Gandino, Enzo Poli di Casnigo e l’assessore Michele Zenoni di Leffe. La conclusiva commemorazione presso il Monumento ai Caduti è stata guidata dal capogruppo Moretti che ha ricordato i tragici numeri della battaglia e i racconti commossi ascoltati dal reduce cazzanese Giovanni Martinelli. Il sindaco Sergio Spampatti, nella doppia veste di alpino e primo cittadino, ha sottolineato come “la canzone del Piave e la battaglia di Nikolajewka rimandino a ricordi di guerra, ma quello degli Alpini è un convinto impegno di pace”. Le note del Silenzio e dell’Inno di Mameli hanno preceduto la posa di una corona d’allora da parte di quattro ragazzi che la scorsa estate hanno partecipato al Campo Alpini in Val Gandino. “Un modo concreto – ha spiegato Moretti – per non rendere vano il sacrificio di tanti caduti”.
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