VOBARNO – Tra i monti che delimitano il confine con Provaglio, sul versante destro della Val de l’Agna, sorge Carvanno, una pittoresca frazione del Comune di Vobarno appartenente alla comunità di Degagna. A 550 metri di altitudine e a circa 38 chilometri da Brescia, oggi conta appena una quarantina di abitanti, ma un tempo fu un villaggio attivo e laborioso.
Carvanno ospitava infatti piccole officine che, sfruttando la forza dei torrentelli locali, producevano in quantità chiodi destinati anche all’esportazione. Le tracce di questa fiorente attività sono ancora visibili nelle antiche porte delle case, ornate proprio con quei chiodi artigianali. Le officine rimasero in funzione fino al 1928, anno in cui le sorgenti d’acqua vennero assorbite dal canale-galleria sotterraneo costruito dalla S.E.B. per alimentare la centrale elettrica di Carpeneda di Vobarno.
Di quel passato produttivo rimangono oggi i ruderi, ma anche la memoria tramandata nei soprannomi: le famiglie Zani sono tuttora conosciute come i “Zani forgèr”, ossia fabbri e forgiatori.
Oggi Carvanno, sebbene quasi disabitato, continua a vivere come meta di gite domenicali e come rifugio per cacciatori e amanti della natura, che trovano accoglienza nella storica osteria Tononi, ultimo presidio di socialità in un borgo che conserva intatto il fascino del tempo passato.
Carvanno ospitava infatti piccole officine che, sfruttando la forza dei torrentelli locali, producevano in quantità chiodi destinati anche all’esportazione. Le tracce di questa fiorente attività sono ancora visibili nelle antiche porte delle case, ornate proprio con quei chiodi artigianali. Le officine rimasero in funzione fino al 1928, anno in cui le sorgenti d’acqua vennero assorbite dal canale-galleria sotterraneo costruito dalla S.E.B. per alimentare la centrale elettrica di Carpeneda di Vobarno.
Di quel passato produttivo rimangono oggi i ruderi, ma anche la memoria tramandata nei soprannomi: le famiglie Zani sono tuttora conosciute come i “Zani forgèr”, ossia fabbri e forgiatori.
Oggi Carvanno, sebbene quasi disabitato, continua a vivere come meta di gite domenicali e come rifugio per cacciatori e amanti della natura, che trovano accoglienza nella storica osteria Tononi, ultimo presidio di socialità in un borgo che conserva intatto il fascino del tempo passato.
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