(Adnkronos) – Una catena di Sant'Antonio. Gli sportelli bancari, già pochi, rischiano di essere le prime vittime sacrificate sull'altare del risiko bancario, seguiti dai negozi, infine dai soggetti più fragili: soprattutto in Lombardia. 'Simul stabunt, simul cadent', non è fantascienza ma i rischi della desertificazione bancaria. Qualche dato elaborato da First Cisl, aggiornato al 31 marzo 2025: il 37% dei Comuni lombardi non ha sportelli bancari sul suo territorio. Il fenomeno è avanzato più rapidamente negli ultimi anni: dal 2015 ad oggi il 16% dei comuni è rimasto privo di sportelli, mentre negli ultimi 12 mesi sono 18 i comuni che hanno perso l'ultimo sportello. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente: i Comuni con un solo sportello sono il 27% del totale. Tradotto in termini umani: oltre 742mila le persone che vivono in aree dove non esiste più la possibilità di recarsi fisicamente in filiale. Un dato che impressiona, se rapportato alla densità urbana e industriale della regione. Le conseguenze non sono solo simboliche. A essere penalizzati soprattutto i soggetti più fragili: anziani, piccoli imprenditori, agricoltori, ma anche famiglie a basso reddito e cittadini poco digitalizzati. Sono 48mila le imprese lombarde con sede in comuni senza alcuna banca. Le difficoltà riguardano l’accesso al credito, i servizi di consulenza, il versamento del contante, e anche le operazioni di base come il pagamento di bollette o l’incasso di pensioni. "È evidente che il risiko bancario a cui assistiamo negli ultimi tempi fa emergere anche il tema delle razionalizzazione della rete fisica sui territori", dice all'Adnkronos Giovanna Mavellia, segretaria Generale Confcommercio Lombardia. "I dati sulla riduzione degli sportelli bancari sono allarmanti per l’effetto che questo fenomeno ha sulle comunità e nei quartieri. In particolare rispetto alla fasce più fragili e anziane della popolazione", prosegue. "Dall’ultima analisi sulla demografia d’impresa di Confcommercio, inoltre, emerge una correlazione diretta tra riduzione degli sportelli bancari e dei negozi. Un circolo vizioso, il cui risultato rischia di essere desertificazione e rarefazione delle relazioni. Una sorta di “disumanizzazione” delle città", rimarca Mavellia. "I negozi, così come le banche diffuse sul territorio, hanno un intrinseco valore sociale, oltre che economico per le connessioni che creano e che non possono essere sostituite da quelle digitali. Il valore aggiunto di sportelli bancari, attività commerciali, di ristorazione e ricettive è proprio quella dell’accoglienza, della sicurezza e della vitalità cittadina". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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