Garlasco, pm: “C’è impronta di Sempio”. Traccia inutile per i Ris

🔔 Vuoi ricevere le notizie di Montagne & Paesi sul tuo smartphone? WhatsApp WhatsApp | Telegram Telegram

(Adnkronos) –
Andrea Sempio non si difende e così la Procura di Pavia passa all'attacco e svela il quarto elemento nel caso di Garlasco contro il nuovo indagato per l'omicidio di Chiara Poggi. "L'impronta di Sempio è vicino al corpo della vittima" è la notizia – contenuta in una nuova consulenza fatta su foto – che viene elargita alla stampa, ma l'informazione è monca e quella traccia – sulla parete destra della scala dove scivola il corpo senza vita della ventiseienne – è nell'inchiesta già dal 2007 quando i Ris di Parma – una delle eccellenze dell'Arma – la definiscono inutile. Classificata con il numero 33 viene sottoposta a un doppio test per rilevare la presenza di sangue e se uno dà esito incerto (combur test) quello più specifico (Obti test che rileva sangue umano) restituisce un "esito negativo". 
Su quella parete nella villetta di via Pascoli a Garlasco ci sono quattro impronte di un carabinieri e una di Marco Poggi, fratello della vittima, quella che ora la consulenza attribuirebbe a Sempio viene bollata dal Ris con la dicitura "tipologia palmare, utilità nessuna".   Ai veleni interni alla Procura – altri magistrati di Pavia hanno già archiviato due indagini che riguardano il nuovo indagato – ora sembra aggiungersi una 'frattura' tra i militari. I carabinieri di Milano in una relazione del 2020 (rischiando di smentire il Ris) scrivono – evitando di riportare il risultato del test sul sangue – che "è logico-fattuale che l'impronta (numero 33, ndr) sulla parete della scala appartenga all'assassino". Una logica che rischia di essere lacunosa di fronte a chi non ha mai negato di aver frequentato casa Poggi e che, data l'assenza del sangue della vittima, non costringe a pensare alla contemporaneità di entrambi.  Se, e il dato della perizia è tutto da verificare, quell'impronta fosse attribuibile a Sempio questo elemento varrebbe ancor meno, del presunto match tra il Dna del sospettato trovato sulle unghie di Chiara.  
L'impronta non insanguinata non colloca il proprietario sulla scena del crimine, la sua traccia genetica sulle unghie lascia invece aperta l'ipotesi di un contatto, sebbene tutti i genetisti coinvolti nei processi a Stasi hanno negato l'utilizzabilità di quel Dna e sostenuto che si tratta di un contatto mediato, ciò Chiara potrebbe aver raccolto altrove (su un oggetto, ndr) quel mezzo Dna non identificativo.  
Nonostante l'impronta sulla parete della scala non sia un elemento nuovo, a Marco Poggi – sentito come testimone oggi a Venezia – sarebbe stata mostrata la foto scattata sul muro nel tentativo vano di far vacillare una famiglia che non rifiuta la verità sulla morte di Chiara, ma è soddisfatta di una sentenza passata in giudicato pronunciata in nome del popolo italiano che vede l'allora fidanzato Alberto Stasi come l'unico colpevole della morte della ventiseienne.  L'assenza in procura di Sempio – un difetto procedurale nell'atto di convocazione consente alla difesa di far saltare l'incontro (che sarebbe stato comunque silenzioso) – fa saltare quel 'faccia a faccia' scenografico con Stasi. 
Il condannato, assistito dagli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, per oltre due ore risponde a tutto: sullo stato dei luoghi della villetta in cui il 12 agosto 2007 mangia con Chiara una pizza guardando il film 'Lo squalo', alla rete di amicizie che gravitavano intorno a casa Poggi.   Nulla di davvero decisivo per le indagini che contro Sempio continuano a girare su pochi elementi: lo scontrino del parcheggio di Vigevano che lui mostra a riprova che non era a Garlasco la mattinata dell'omicidio e le telefonate sospette fatte a casa della vittima alcuni giorni prima della morte della ventiseienne. Elementi giù smontati nell'archiviazione di otto anni fa. E c'è chi ipotizza che la prossima carta degli inquirenti possa essere quella di puntare su altri accertamenti in merito all'impronta delle scarpe lasciate dall'assassino nella villetta, ma anche qui la Cassazione lascia poco spazio a piste alternative. Una delle impronte più nitide – si legge nella sentenza della Suprema Corte – viene identificata come "una suola prodotta per Frau da Margom montata su scarpa numero 42", mentre Andrea Sempio calza il numero 44.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

WhatsApp Logo

📲 Ricevi gratis le notizie di Montagne & Paesi sul tuo telefonino!

Iscriviti al nostro canale WhatsApp ufficiale per restare sempre aggiornato su notizie e curiosità dalle valli.

👉 Clicca qui per iscriverti al canale

Telegram Logo

📢 Seguici anche su Telegram!

Unisciti al canale Telegram di Montagne & Paesi per ricevere tutte le news in tempo reale.

👉 Clicca qui per iscriverti su Telegram

Condividi:

Ultimi Articoli

Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili. Puoi trovare maggiorni informazioni sul nostro trattamento dei dati personali nella nostra Privacy Policy