Vertenza Esselunga: nessun passo avanti dopo l’incontro in Prefettura

Dopo l’incontro svoltosi in Prefettura a Milano, durato oltre quattro ore, la vertenza che coinvolge centinaia di lavoratrici e lavoratori della logistica in appalto per Esselunga non ha fatto alcun passo avanti. Nessuna apertura concreta da parte delle aziende, nessuna proposta seria per affrontare le gravi criticità denunciate da settimane.

Anche a Lallio si conferma la determinazione a proseguire la mobilitazione, di fronte all’assenza di risposte concrete. Deliverit – controllata da Italtrans – opera in appalto per le consegne nella provincia di Bergamo e impiega una cinquantina di addetti, molti dei quali coinvolti fin dall’inizio nello sciopero, ancora in corso. Proprio in questo contesto si sono registrati episodi di discriminazione nei confronti dei lavoratori iscritti alla CGIL, arbitrariamente messi a riposo per favorire turni doppi a personale precario e non sindacalizzato. Sono stati anche chiamati driver da altre sedi e, in alcuni casi, sono state esercitate pressioni indebite sul personale affinché sostituisse chi si rifiutava di lavorare con mezzi sovraccarichi, in violazione delle norme sulla sicurezza.

Le tre aziende in appalto – Brivio & Viganò, Cap Delivery e Deliverit – forti del sostegno implicito di Esselunga, hanno mantenuto un atteggiamento irresponsabile anche al tavolo istituzionale. L’unica proposta concreta presentata è stata un una tantum da 150 euro in fringe benefit, da erogare in due rate, come contropartita per interrompere la mobilitazione. “Abbiamo risposto che non ci serve l’elemosina – afferma Pierluigi Costelli della FILT CGIL Bergamo –. Chiediamo diritti, sicurezza e dignità per chi ogni giorno consegna la spesa alle persone. Serve rispetto, non bonus a rate”.

Lo sciopero non si è mai interrotto e proseguirà a oltranza, nei modi e nelle forme decise dai lavoratori e dalle lavoratrici. La FILT CGIL resta unita e determinata nel chiedere un cambiamento reale: basta appalti gestiti sulla pelle di chi lavora, basta scaricare responsabilità.

La mobilitazione continua, anche a Bergamo, finché non arriveranno risposte vere.

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