“Lucrare politicamente sulla morte del Santo Padre per cercare di ‘moderare’ il 25 aprile è un atto meschino e strumentale.” Così il segretario provinciale del Partito Democratico, Gabriele Giudici, interviene in merito alla richiesta di sobrietà avanzata dal Governo per le celebrazioni della Festa della Liberazione.
“Il 25 Aprile – prosegue Giudici – è una ricorrenza fondativa della nostra Repubblica. Quest’anno celebriamo l’80° anniversario della Liberazione: un appuntamento di straordinaria rilevanza storica e civile. Richiamare alla sobrietà, al di là del giusto rispetto per il lutto, è un tentativo evidente di indebolire un momento centrale della nostra identità democratica.”
Il segretario dem bergamasco sottolinea come il 25 Aprile rappresenti la memoria viva della Resistenza, della libertà riconquistata, della vittoria sull’ideologia che ha generato campi di sterminio e orrori in Europa: “È la giornata in cui l’Italia riafferma se stessa, il valore della memoria, della partecipazione, dell’antifascismo. Domani saremo in corteo a Bergamo e in tutto il territorio per celebrare questa ricorrenza fondamentale. In occasione dell’80° anniversario della Liberazione, consegneremo un papavero rosso a tutte le persone che parteciperanno al corteo cittadino, in ricordo di chi ha combattuto per la libertà e contro il fascismo.”
I fiori, ideati dal gruppo Atélier della Creatività di Stezzano, sono stati realizzati a mano da volontarie e volontari dei Giovani Democratici e del Partito Democratico nella sede di Stezzano, sotto la guida della coordinatrice Maria Teresa Grasseni.
Sul Papa: “Il Santo Padre ha parlato al mondo con parole di pace, giustizia sociale, fratellanza e difesa degli ultimi. Un messaggio contrario a quello dei molti potenti della terra che oggi, pur elogiandolo, hanno costruito politiche di esclusione, repressione e disumanità. Dalla Casa Bianca a Palazzo Chigi.”
Alessandra Bertolotti, vicesegretaria del Partito Democratico di Bergamo richiama i valori della Costituzione l’impegno per la pace:
“Oggi, più che mai, abbiamo il dovere di essere testimoni della Resistenza, rendendola viva e attuale attraverso la promozione dei valori di pace e il ripudio della guerra, come sancito dalla nostra Costituzione.
Come antifascisti, riteniamo che nessun interesse economico possa giustificare la perdita anche di una sola vita umana. Questo principio, che è parte della preziosa eredità morale lasciataci anche da Papa Francesco, ci guida nel ribadire con determinazione il nostro impegno. Per questo motivo, domani saremo al corteo e canteremo Bella ciao, rendendo omaggio a lui e a tutte le persone che, in ogni tempo e in ogni luogo, si sono opposte all’ingiustizia e all’invasione: dall’Ucraina alla Palestina, a ogni terra segnata da ingiustizie, conflitti e violenze.”
Infine, un richiamo al significato collettivo della giornata: “Il 25 Aprile non divide, unisce. È una festa collettiva, popolare, istituzionale. È un grido di libertà, non un’occasione da ‘contenere’. Chiedere sobrietà al 25 Aprile è un’offesa alla memoria, alla Costituzione e alla democrazia. Se Meloni avesse davvero vissuto questa festa, saprebbe che non è mancanza di decoro, ma testimonianza di ciò che siamo: un Paese libero.”