A seguito di un’articolata attività d’indagine, avviata dopo un controllo effettuato nel dicembre 2024, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Bergamo ha denunciato alla Procura della Repubblica quattro titolari e rappresentanti di un allevamento di bovini da latte situato nell’Isola Bergamasca.
Le indagini hanno portato alla contestazione di diversi illeciti penali, tra cui:
Utilizzo improprio di effluenti di allevamento, con superamento del limite massimo di azoto assorbibile dalle colture aziendali;
Emissioni in atmosfera non autorizzate;
Abusivismo edilizio;
Inosservanza di provvedimenti dell’autorità.
Le violazioni accertate
Nel dettaglio, i controlli hanno rivelato la presenza di manufatti abusivi destinati ad abitazioni, realizzati senza permessi edilizi e dichiarati come magazzini o depositi. È stato inoltre accertato l’uso di un capannone danneggiato da un incendio, nonostante un’ordinanza sindacale ne vietasse l’accesso.
L’allevamento ospitava 1.140 capi bovini, un numero tale da richiedere l’Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.) per le emissioni in atmosfera, mai rilasciata all’azienda. Inoltre, è stata riscontrata una discrepanza tra il numero medio di capi dichiarati e quelli effettivamente presenti, con un conseguente sovraccarico di azoto nei terreni rispetto ai limiti consentiti.
Sanzioni amministrative
Oltre agli illeciti penali, sono state contestate violazioni amministrative, tra cui:
Scarico di acque reflue senza autorizzazione, con sanzioni tra 6.000 e 60.000 euro (Testo Unico Ambientale);
Mancato rispetto delle norme di stoccaggio degli effluenti di allevamento, con una sanzione di 2.000 euro (Normativa Regionale).
Controlli e tutela ambientale
Il NIPAAF di Bergamo è stato coadiuvato dal Nucleo Carabinieri Forestale di Curno, dal Dipartimento Veterinario dell’ATS Bergamo e dagli uffici tecnici dei Comuni coinvolti. È stato comunque rilevato il rispetto delle normative sul benessere animale.
L’operazione rientra in un piano più ampio di controlli ambientali nella Pianura Bergamasca, finalizzato a monitorare l’impatto delle attività produttive sulle matrici ambientali, in particolare sulla gestione di liquami, letami ed emissioni in atmosfera.
L’indagine è attualmente in fase preliminare e, come previsto dalla legge, vale il principio di presunzione di innocenza fino a eventuale condanna definitiva.