Bagnolo Mella, concorso di polizia locale del 2019: tutti assolti. Nessun falso e nessun abuso d’ufficio

Abbiamo ricevuto notizie in merito al noto concorso per l’assunzione di un operatore di polizia locale, indetto a Bagnolo Mella nel 2019 e divenuto oggetto di un’inchiesta penale, che ha goduto di ampia risonanza politica e mediatica. Di tale concorso è risultata vincitrice l’agente Basma Bouzid, in precedenza occupata per nove anni presso il Comune di Gargnano, a seguito di ben tre concorsi pubblici, da lei superati con voti di gran lunga superiori a quelli di altri candidati. Inoltre, per l’ammissione a tali concorsi, l’agente Bouzid aveva prodotto la stessa documentazione che avrebbe poi presentato nel concorso svoltosi a Bagnolo Mella e che è stata sempre ritenuta idonea dall’Amministrazione di Gargnano. La stessa agente Bouzid si era in passato distinta per il proprio servizio, tanto da venire insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana.
Ciò nonostante, la vittoria dell’agente Bouzid al concorso bagnolese del 2019 veniva ritenuta sospetta dalla Procura della Repubblica di Brescia, la quale ha così avviato un’indagine. L’origine di tale indagine tuttora si sconosce ma ha comportato un’ingentissima attività investigativa (sequestri di dispositivi informatici ed acquisizione di tutta la documentazione afferente al concorso in esame, intercettazioni telefoniche, assunzione di sommarie informazioni da numerose persone ed attività di osservazione, pedinamento e controllo). Successivamente, la Procura ha formulato un’imputazione sei capi di imputazione per abuso d’ufficio e falso ideologico a carico della vincitrice del concorso, dell’allora Sindaco Cristina Almici e dei membri della commissione, tra cui l’allora Segretario Comunale Dott. Giampaolo Brozzi. Tuttavia, l’ipotesi di abuso d’ufficio veniva a decadere con sentenza di non luogo a procedere dell’11 novembre 2020.
Quanto all’ipotesi di falso (per cui era stato disposto il rinvio a giudizio per i membri della commissione), nel corso del dibattimento processuale è emersa oggettivamente l’estraneità di tutti gli imputati agli addebiti, a seguito di una corposissima istruttoria: durante il processo sono stati esaminati ben quindici testi e un consulente della pubblica accusa e soli quattro testi della difesa. In aggiunta, le difese producevano numerosissimi documenti, soprattutto quella del Dott. Brozzi, che depositava una memoria di settanta pagine (con annesse 118 pagine di allegati) davanti al GUP, una consulenza tecnica di parte ed una memoria di 94 pagine davanti al Tribunale di primo grado, facente riferimento ad ulteriori e copiosi documenti. Nel corso del dibattimento veniva altresì disposta una perizia grafologica ed una perizia per la trascrizione delle conversazioni intercettate.
Già in sede di requisitoria il Pubblico Ministero rinunciava alla contestazione in ordine ai titoli di studio della vincitrice, asseritamente mancanti, mentre formulava richieste di pena estremamente severe in ordine alle restanti ipotesi di falso.
La vicenda si è conclusa con un’assoluzione totale e definitiva, poiché “il fatto non sussiste”, per tutti i coimputati, secondo quanto previsto dall’art. 530, comma 1, del Codice di Procedura Penale. Inoltre, non è emersa alcuna eventuale responsabilità dell’ex Onorevole Giuseppe Romele, contro cui peraltro non era mai stata formulata alcuna ipotesi accusatoria. In definitiva, non vi è stato nessun concorso truccato, contrariamente a quanto riportato nel nostro precedente articolo dell’8 settembre 2019, né tantomeno alcun falso od abuso d’ufficio.
Indubbiamente, questa notizia rappresenta per tutti noi motivo di grande soddisfazione, che la nostra testata accoglie con rispetto e doverosamente rende pubblica nell’interesse del nostro consorzio civile.
La redazione