Sfruttamento del territorio, monocoltura dello sci, sprechi di denaro pubblico, insostenibilità degli impianti, aumento dei costi della vita e condizioni di lavoro precarie. E dall’altra parte c’è chi fa i conti con lo sviluppo della località interessate che senza questa voce rischierebbero un deciso spopolamento. Ma per le nostre località di alta montagna sono in arrivo le Olimpiadi che sono grandi eventi che catalizzano investimenti milionari e sprechi immensi, senza portare reali benefici alle zone che le ospitano.
Sabato 9 febbraio, l’Alta Val Camonica sarà teatro di una mobilitazione nazionale, un’azione di protesta che si terrà anche in altre località montane italiane. L’evento vuole essere una risposta alle politiche di sfruttamento e dispendio delle risorse a favore di pochi, a discapito dell’ambiente e delle comunità locali.
Sotto accusa, le politiche che incentivano un turismo di massa che depreda le risorse naturali, come il progetto sul Monte Tonale Occidentale, che prevede lo sbancamento della cima e il disboscamento della Valle del Lares. E ancora, l’insostenibilità degli impianti sciistici, con stazioni come Montecampione che faticano a garantire una copertura nevosa stabile, e l’aumento dei costi della vita, con prezzi delle abitazioni alle stelle che spingono le famiglie lontano dai centri turistici.
A completare il quadro, le condizioni di lavoro precarie nel settore turistico, con salari miseri e contratti a termine.
Ma non cesseranno i problemi per tutte le stazioni sciistiche che operano ad un’altezza intorno ai 1200 m.slm. In montagna, ormai, si pratica un turismo della neve senza neve. Lungo tutta la Penisola aumentano gli impianti temporaneamente chiusi o aperti a singhiozzo, ma non accennano a diminuire i Finanziamenti d’oro per l’innevamento artificiale. I cambiamenti climatici stanno praticamente affossando il turismo invernale che si regge ormai quasi solo grazie ai finanziamenti pubblici. Nel 2024 gli impianti dismessi in Italia sono in tutto 260 (11 più del 2023), 177 quelli temporaneamente chiusi (più 39 sull’anno precedente), 93 quelli aperti a singhiozzo. Nonostante ciò, da oltre 20 anni «Regioni e Stato – scrive Legambiente – rispondono unicamente alla crisi del settore con robuste iniezioni di denaro pubblico a sostegno di impianti e innevamento artificiale».
Regione Lombardia, dal canto suo, ha introdotto diverse misure a sostegno delle località sciistiche del proprio territorio: dal bando «Neve programmata» del 2019 (11.160.644 euro per 35 soggetti privati) ai bandi «Innevamento» (2018-2022), circa 7 milioni per una quarantina di beneficiari.
Dal bilancio 2022 del consorzio Adamello ski Pontedilegno – Tonale risultano contributi pubblici per oltre 739mila euro, cui si vanno ad aggiungere i dieci milioni di euro ricevuti dalla Sit (Società impianti turistici) di Ponte di Legno.