L’associazione Nazionale “Amici di Pensare Cristiano” si fa partecipe nell’evento di grazia e di misericordia
che sarà l’Anno Santo. Papa Francesco aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro fra pochi giorni,
invitandoci ad essere nella chiesa e nel mondo “Pellegrini di Speranza”. La Bolla di indizione Spes non
confundit (La speranza non delude) ne spiega il senso e le modalità: “Possa la luce della speranza cristiana
raggiungere ogni persona, come messaggio dell’amore di Dio rivolto a tutti! E possa la Chiesa essere
testimone fedele di questo annuncio in ogni parte del mondo”. Il Giubileo ci permetterà così di vivere la
Speranza come buon seme. Ci permetterà in primo luogo di stare nel vissuto credente: riversando la fede –
speranza – carità nell’esperienza quotidiana. Possiamo connettere la virtù della speranza al vissuto feriale e
personale. È nel vissuto quotidiano della speranza che possiamo spargere il Vangelo nelle zolle del vivere
sociale. Ciò avviene anche lì dove, pur non mancando gesti e segni di speranza, talora essa oggi sembra che
venga meno.
La speranza, ha a che fare con il desiderio umano. Massimo Recalcati ne I ritratti del desiderio afferma che la
parola “desiderio” porta nel suo etimo la dimensione della veglia e dell’attesa, dell’orizzonte aperto e stellare,
dell’avvertimento positivo di una mancanza che sospinge alla ricerca. Il desiderio porta sempre con sé una
povertà – una lontananza – che è un tesoro. Nella cultura classica i desiderantes erano i soldati che
aspettavano sotto le stelle i compagni che non erano ancora tornati dal campo di battaglia. “Desiderare” è
come lo stare sotto il cielo e osservare le stelle in un atteggiamento di attesa e di ricerca della via: desiderare
significa scrutare il cielo per trovare la rotta così da capire dove siamo e dove vogliamo andare. Un desiderio
che sa farsi speranza. Quella speranza generativa che è uno dei compiti primari nella comunità umana.
Speranza che si costruisce nelle relazioni fraterne, affinché si possa acquisire la fiducia. C’è un momento
emblematico nella vita umana che rappresenta bene questo dare fiducia: quando Il bambino, dopo aver
gattonato, per la prima volta si getta tra le braccia della mamma o del papà che sono lì ad accoglierlo. La
speranza è un dono che possiamo scambiarci a vicenda. Generare speranza è saper donare. Donare ciò che
la speranza alimenta: l’apertura del nostro essere alla presenza dell’altro per diventare insieme protagonisti
del bene comune.
Questo nostro tempo ci chiede di essere trasformato in una “semina di speranza” e ciò sia nella difficile realtà
delle nostre occupazioni lavorative e sociali sia nel nostro impegno cristiano. Coltivare e promuovere la
speranza ci permetterà di valorizzare un altro aspetto della nostra vita: la pazienza. Scrive papa Francesco:
“in un mondo dove la fretta è diventata una costante. Non si ha più il tempo per incontrarsi e spesso anche
nelle famiglie diventa difficile trovarsi insieme e parlare con calma”. La pazienza è stata messa in fuga dalla
fretta, recando un grave danno alle persone. Subentrano infatti l’insofferenza, il nervosismo, a volte la
violenza gratuita, che generano insoddisfazione e chiusura. Nell’epoca di internet, inoltre, dove lo spazio e il
tempo sono soppiantati dal “qui ed ora”, la pazienza non è di casa. La pazienza, scrive Francesco: “E’ frutto
dello Spirito Santo, tiene viva la speranza e la consolida come virtù e stile di vita”. Durante tutto l’anno
Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza a partire dal nostro ambito di vita e di lavoro.
Diventi questo Giubileo, a incominciare dalla nostra realtà Associativa, un’occasione di slancio nei confronti
delle realtà entro le quali operiamo: facciamolo con il cuore, con passione e intelligenza.

Verso la riqualificazione dell’Ospedale di Alzano Lombardo
Siglato ieri nella sala consiliare del Comune di Alzano Lombardo, il Protocollo d’Intesa tra Regione Lombardia e le istituzioni territoriali per la riqualificazione complessiva dell’Ospedale