Cooperative inserimento lavorativo, 1.800 euro di risparmio per i budget pubblici per ciascun assunto

Aumenta il risparmio economico assicurato alla pubblica amministrazione dalla cooperazione di tipo B, cioè specializzata nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: ogni lavoratore occupato genera, in un anno, minori costi per 1.800 euro, con un +4,67% rispetto all’anno precedente. Tale dato è dimostrazione dell’impatto non solo sociale, ma anche economico: è quanto emerge dallo studio “Il valore creato dall’inserimento lavorativo per i budget pubblici”, commissionato da Confcooperative Bergamo e CSA Coesi a Socialis (Centro studi in imprese cooperative, sociali ed enti non profit) realizzato anche grazie al contributo Camera di Commercio di Bergamo.

“Reinserire una persona al lavoro, soprattutto se è una persona che generalmente resta ai margini del mercato occupazionale, significa ridarle dignità e una prospettiva di inclusione e realizzazione, migliorare dunque la qualità della sua vita. In parallelo, l’inserimento lavorativo in cooperativa sociale, come dimostra il rapporto Valoris, va considerato una vera e propria policy di sostegno all’occupazione. Ne deriva che le politiche attive del lavoro, in Italia, non possano non considerare l’inserimento lavorativo in cooperativa sociale come una delle modalità più efficaci ed efficienti”, afferma Fabio Benigni, referente progetto “Impact Effetto Cooperativo”.

“Stimando anche altri aspetti, non monetizzabili e intangibili come la qualità della vita, la soddisfazione personale, l’impatto sulle famiglie e la comunità, i benefici sarebbero significativamente più alti. Il valore sociale dell’opportunità che la cooperazione offre ai soggetti normalmente esclusi dal mercato del lavoro è un effettivo valore aggiunto che può solo far aumentare il dato economico emerso dallo studio”, afferma Elena Scanferla di CSA Coesi.

Giunto alla terza edizione, lo studio verifica l’impatto nei confronti della collettività rispetto ai bilanci della pubblica amministrazione: l’analisi ha considerato il 2022 e un cluster costituito da 10 cooperative sociali che hanno partecipato all’iniziativa: La Solidarietà, Della Comunità, Bergamo Lavoro, Impegno Sociale, Ruah, Il Segno, La Ringhiera, CO.META, Berakah ed Ecosviluppo.

Le cooperative considerate, tutte aderenti a Impact, progetto che intende promuovere la cooperazione autentica e di qualità, hanno dato occupazione a 481 persone con svantaggio, generando un valore per la pubblica amministrazione pari a 866.842,15 euro. Il dato è il risultato della differenza tra i benefici creati per la Pa (3.046.063,59 euro) e i costi (2.179.221,44 euro).

Ogni lavoratore occupato genera in un anno 1.802,17 euro di beneficio alla Pa, con un + 4,67% rispetto all’anno precedente (1.721,73 euro).

Il dato è ottenuto dall’applicazione di Valoris, modello di valutazione economica basato sull’analisi costi-benefici, messo a punto da Socialis in collaborazione con l’Università di Brescia e l’Università Cattolica di Brescia. Nella categoria benefici rientrano le imposte sui redditi versate da parte dei lavoratori con svantaggio, l’Iva prodotta e le spese pubbliche evitate grazie al miglioramento delle condizioni dei soggetti inseriti (servizi sociali e sanitari, reddito minimo da garantire, pensione di invalidità). Sul fronte dei costi, sono contemplate le esenzioni fiscali per le cooperative sociali e i contributi pubblici erogati alle cooperative sociali per il reinserimento delle persone al lavoro.

Identificata la modalità per calcolare il costo per la pubblica amministrazione e per la società di un soggetto svantaggiato disoccupato, basato sul reddito minimo che lo Stato dovrebbe garantirgli per vivere, è stata definita la formula matematica e calcolato il valore complessivo generato.

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