L’Ateneo di Scienze Lettere Arti di Bergamo presenta al pubblico la mostra Immagini. Giochi d’artista e collezionismo. Bergamo e il precinema, curata da Federica Nurchis e dedicata al tema del gioco e del divertimento. L’esposizione rappresenta il coronamento di Lusus in Urbe, un percorso inedito, avviato a settembre dall’Ateneo con il sostegno di Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che ha preso le mosse dall’età romana per giungere al Novecento, con uno sguardo sugli aspetti del presente.
L’esposizione raccoglie opere e installazioni di Max Gasparini, Rosa Puglisi e Marco Travali e alcuni esemplari della Collezione Gianni Limonta (soprattutto lanterne magiche). Nel corso della visita, sarà proiettato un documentario a cura di Mattia Dal Bello.
Armando Santus presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “All’Ateneo di Scienze Lettere Arti di Bergamo, una delle più antiche istituzioni culturali della città, va il nostro plauso e la nostra gratitudine per la proposta culturale sempre ricercata, ma capace di appassionare un pubblico curioso e attento alle radici della storia della società bergamasca. In particolare, questa mostra ci regala la possibilità di sperimentare giochi del passato ancora capaci di stupire, perché frutto dell’ingegno e di un gusto che purtroppo non ci appartiene più”.
Maria Mencaroni Zoppetti vicepresidente Ateneo di Scienze Lettere Arti di Bergamo: “Il gioco ha una valenza profonda, non è il cuore di un percorso che può sembrare frivolo. Tutt’altro: questo itinerario ci ha consentito di recuperare notizie di carattere storico, antropologico, culturale, per comprendere meglio la Bergamo dei secoli scorsi, secondo un’angolatura insolita. Il divertimento – dal latino divergere, ‘allontanarsi’ allora rappresentava il mezzo per discostarsi dalle fatiche quotidiane, per vivere un momento di libertà e stare in compagnia. Oggi ha perso questo significato, per essere associato al consumo di cibi e bevande, all’obbligo alla partecipazione. Tra i protagonisti della mostra, i mondi novi, sorta di grande scatola che – a partire dal 1600 circa – veniva portata anche a spalla nelle fiere; attraverso un buco era possibile vedere immagini divertenti, come quelle realizzate dal pittore bergamasco settecentesco Enrico Albrici”.
La mostra si terrà dall’8 al 31 dicembre 2024, presso la sede storica dell’Ateneo, in Città Alta, accanto alla basilica di Santa Maria Maggiore.
Orari: dalle 10 alle 18, il 31 dicembre dalle 10 alle 14. La mostra è chiusa il 16, 23, 25 e 26 dicembre.
L’ingresso è libero.