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Nell’Anno della Cultura le opere di difesa veneziane diventano Patrimonio dell’Umanità


L’Anno della Cultura in Lombardia si apre con la proclamazione della città di Bergamo e delle opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo a Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco: la buona notizia arriva da Cracovia, dove è in corso la 41ª sessione del Comitato per il Patrimonio mondiale dell’Unesco“. Così l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia Cristina Cappellini da Cracovia (Polonia) dopo il riconoscimento, come sito seriale, di Patrimonio dell’Umanità delle opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo.

FIN DALL’INIZIO VICINI ALLA CANDIDATURA – “La Regione Lombardia è sempre stata protagonista nel sostegno alle candidature dei propri territori – ha detto l’assessore Cappellini – e ha sostenuto fin da subito il Comune di Bergamo nel suo ruolo di promotore e capofila della candidatura a Patrimonio mondiale dell’Unesco del sito seriale transnazionale ‘Le opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo’, che coinvolge le città murate più rappresentative della Repubblica di Venezia tra Italia, la Croazia e il Montenegro”.

ATTENZIONE AI SITI UNESCO NELLA LEGGE REGIONALE 25 – “Nella legge regionale n. 25 ‘Politiche regionali in materia culturale’, approvata alla fine del 2016 – ha sottolineato l’assessore -, la Regione Lombardia ha, poi, inserito uno specifico articolo dedicato ai Siti inclusi nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, nel quale sono previste sia la promozione e valorizzazione dei siti già riconosciuti che il sostegno alle nuove candidature”.

CAMUNO IL PRIMO SITO ITALIANO PATRIMONIO MONDIALE – L’assessore ha ricordato che “il primo sito italiano a essere stato inserito nella World Heritage List (Whl), la lista delle aree tutelate dalla Convenzione Unesco, che comprende tutti i siti riconosciuti come ‘patrimonio culturale dell’umanità’ per le loro straordinarie caratteristiche culturali e naturali, è stato un sito lombardo: le incisioni rupestri della Valle Camonica”.

LOMBARDIA PRIMA IN ITALIA PER REALTÀ UNESCO – “Con 10 siti sui 53 ora presenti in Italia e con il patrimonio immateriale del ‘saper fare liutario’ di Cremona – ha sottolineato l’assessore Cappellini -, la Lombardia si conferma la regione italiana con la più alta concentrazione di patrimoni culturali riconosciuti dall’Unesco come eredità mondiali dell’Umanità”. “Questo primato – ha aggiunto – è un’ulteriore testimonianza della ricchezza culturale del territorio, che spazia dall’archeologia preistorica delle incisioni rupestri camune all’archeologia industriale del villaggio operaio di Crespi d’Adda, dalla raffinatezza pittorica del Cenacolo di Leonardo al vigore espressivo dei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, dalle bellezze naturali attraversate dalla Ferrovia retica del Bernina a quelle architettoniche di Mantova e Sabbioneta, dalla preistoria, attraverso i siti di epoca longobarda con la ricchezza del patrimonio del Monte San Giorgio e dei Siti palafitticoli dell’Arco Alpino, all’arte del saper fare tradizionale del violino”.

IL SUPPORTO REGIONALE – “L’azione di supporto della Regione comprende anche un importante sostegno anche alla presentazione di nuove candidature – ha concluso l’assessore Cappellini -. Solo negli ultimi anni, Regione Lombardia per promuovere il patrimonio Unesco ha investito oltre 5 milioni di euro, che hanno consentito la realizzazione di interventi sul territorio per almeno 11 milioni di euro”.


 

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