Perseguire la sostenibilità ambientale in un’ottica di ecologia integrale, intesa come tutela del creato, cultura del lavoro e inclusione sociale: mondo diocesano e mondo della cooperazione rinnovano un’alleanza di valori e di pratiche.
Ieri, nell’ambito del convegno dal titolo “Per un’ecologia integrale”, Lucio Moioli, presidente di Confcooperative Bergamo, e don Cristiano Re, delegato vescovile per la Vita sociale e la Mondialità, hanno sottoscritto una nuova lettera d’intenti al fine di “promuovere congiuntamente azioni di cura e di crescita per i territori”.
Ciascuna con la propria peculiarità e nella propria autonomia, insieme in uno spirito di apertura, condivisione e reale collaborazione, Diocesi e Confcooperative Bergamo si impegnano, da un lato, a perseguire occasioni di lavoro dignitose per tutti e per ciascuno, dall’altro a valorizzare, anche in chiave di innovazione sociale, luoghi e spazi presenti nelle nostre comunità. Oltre a ciò, l’attenzione sarà verso i contesti comunitari di crescita, educazione e formazione delle giovani generazioni.
Don Cristiano Re, nel suo contributo, ha cita ‘Dilexit nos’ (Ci ha amati), la quarta enciclica di papa Francesco, in cui si legge: “Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore”.
“Il percorso e il lavoro che ci ha portato a questa serata – ha affermato don Cristiano Re – mi piace pensarlo proprio legato alle questioni che ci stanno a cuore come chiesa e come cooperazione: i ragazzi, le ragazze, le loro famiglie, inserite nei loro territori, il lavoro come luogo di vita buona con e per gli altri. Ci stanno a cuore gli urgenti temi della sostenibilità integrale che sanno vedere, indagare e agire, a partire dal forte legame che sussiste tra le grandi crisi ambientali e le grandi crisi sociali. Ci sta a cuore che si possano mettere in gioco tutte le risorse possibili per rimettere a servizio della vita e della speranza delle persone tutte quelle strutture e quei luoghi che sempre più hanno bisogno di essere ripensati perché chiusi o inutilizzati. Quest’anno siamo guidati dal compito di metterci a servizio della vita, servendo la speranza. Tenteremo oggi e nelle nostre azioni future di essere tutto questo, sapendo che bisogna “coltivare il piccolo orto pensando al grande campo”.
“L’occasione di oggi è una tappa all’interno di un dialogo che ha radici lontane. È un dialogo fatto di parole, visioni, condivisioni, esperienze concrete nei territori e nelle comunità – ha sottolineato Moioli, presidente di Confcooperative Bergamo.
Daniela Meridda, vicepresidente di Confcooperative Bergamo aggiunge: “La lettera di intenti che abbiamo sottoscritto darà nuovo slancio specialmente in alcuni ambiti: la formazione dei giovani, la sostenibilità ambientale, la valorizzazione di spazi di proprietà della chiesa, la promozione di occasioni di lavoro e impegno anche per persone con forme di svantaggio”.
Tanti gli obiettivi previsti della sinergia: a partire dalla costruzione di modelli di lavoro ed economia comunitaria, cooperativa, inclusiva, solidale, democratica, partecipativa, libera. Modelli che vedono nell’economia sociale così come definita a livello europeo un saldo punto di riferimento.
E ancora, la collaborazione si prefigge di rivolgere attenzione agli ultimi attraverso sistemi e modelli sociali che garantiscano a tutti diritti e pari opportunità.
Più in generale, l’azione condivisa è volta a costruire comunità attraverso la centralità e la crescita del bene di tutti, che è più grande della ricerca del bene individuale di ciascuno, nella consapevolezza che il bene della singola persona è possibile nella misura in cui si costruisce il bene di tutti.
Significativo il contesto all’interno del quale è avvenuta la firma: un evento dedicato all’ecologia integrale parte del programma “Agricoltura e Diritto al Cibo 2024” organizzato dal Comune di Bergamo, che ha visto la partecipazione di don Sergio Massironi, teologo delle periferie, Giuseppe Guerini, presidente Cecop – Cicopa Europa, Sara Caccia, presidente Cooperativa Namasté, e Robert Roncali, direttore Cooperativa Torre Pallavicina.
In particolare, don Sergio Massironi ha evidenziato come “parlare di sviluppo umano integrale o di ecologia integrale ci porti oltre i limiti di un pensiero abituato a distinguere separando e ad analizzare scomponendo. In un mondo in frantumi, in cui noi stessi ci sentiamo molte volte a pezzi, occorrono approcci che ricompongano le esperienze e i saperi. Per convivere e ristabilire gli equilibri violati i numeri servono, ma non bastano. E anche la chiesa può partecipare a un’autocritica del percorso che ci ha portati fin qui e favorire il ristabilimento di una giustizia ambientale e sociale, da cui dipendono pace e armonia accessibili a tutti”.
Giuseppe Guerini ha sottolineato: “Le istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite e l’Unione Europea, hanno riconosciuto nelle organizzazioni dell’economia sociale, specialmente nelle cooperative, un alleato fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il modello cooperativo, basato sulla sostenibilità economica e sulla condivisione di lavoro, beni e servizi, genera valore collettivo e può contribuire in modo decisivo a un’ecologia integrale. Adottare un’economia sostenibile, che rispetti persone, ecosistemi e vita, rappresenta un vantaggio competitivo: noi europei dovremmo diventare leader mondiali della sostenibilità, creando un modello che altri seguiranno per la necessità di salvaguardare il pianeta. In questo senso, l’ecologia integrale è anche la possibilità di avere un modello di sviluppo sostenibile e anche di successo”.
Molto interessanti le buone pratiche presentate: la dispensa sociale della Cooperativa Sociale “Namastè”, che è in grado di generare inclusione e sostenibilità ambientale combattendo lo spreco alimentare, e la Cooperativa Caseificio Torre Pallavicina, il più importante produttore di Grana Padano in Provincia di Bergamo, con le sue iniziative orientate alla sostenibilità ambientale, all’innovazione, alla qualità, alla condivisione del valore con i propri soci allevatori.