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Ancora un’ordinanza dell’Amministrazione contro l’aviosuperficie di Costa Volpino

Ancora un atto di forza da parte dell’Amministrazione Comunale contro l’aviosuperficie. Il pretesto è stato offerto dalla precipitazioni che hanno interessato la valle Camonica con l’ingrossamento del fiume. Come abbiamo sottolineato anche con un articolo pubblicato sul nostro cartaceo e che trovate anche nella rubrica “Giornali” (https//montagneepaesi.com/giornali/) del nostro quotidiano on line, i contrasti tra le parti non portano a nulla di buono e non favoriscono l’affermarsi di una forma di turismo che manca sul lago e potrebbe avere un’incidenza economica interessante perché riguarda un settore ritenuto medio alto, comportando, per contro, un impatto ambientale molto ridotto rispetto ad altri insediamenti di cui si parla nella zona dove è prevista la costruzione di un albergo di importante metratura e di una piscina che trasformerebbero l’attuale zona pubblica-  del Bar delle Rose, dove i costa volpinesi possono andare a stendersi al sole -in zona privata.

Da parte nostra abbiamo auspicato un ritorno alla discussione tra le parti, ricordando che solo  6 anni fa l’amministrazione guidata da Mauro Bonomelli si crogiolava all’avvio delle operazioni dell’aviosuperficie e garantiva il supporto economico, cosa ugualmente promessa dall’allora Presidente della Provincia di Bergamo, Rossi, compagno di partito-il PD- dell’allora sindaco. Ma c’è un elemento che vogliamo prendere in considerazione: chi paga i costi di questa diatriba? Tra ricorsi al TAR, avvocati, il tempo perso dal personale dell’Amministrazione e le nuove iniziative che verranno adottate perché nessuno pare voler cedere, il danno economico che interessa vari settori dalla ristorazione all’alberghiero, i costi possono  espandersi in modo cospicuo e questo non fa bene neppure per le casse del comune. E ricordando che non c’è vento favorevole per quel marinaio che non conosce la rotta giusta, non vorremmo si realizzasse uno scenario che il solo pensiero fa rabbrividire: chiudere la porta in faccia ad un’opportunità che già si era manifestata nei decenni scorsi quando, sulla  riva al Nord del Sebino doveva essere realizzato Sassabanek prima e Archeopark poi-

Oltre ad aver perso un sacco i soldi e aver rinunciato di offrire ai cittadini l’opportunità di avere sul territorio un presidio della Protezione Civile che, visti i cambiamenti atmosferici, verso i quali siamo indirizzati sarebbe quanto mai  necessario. Ribadiamo la necessità un confronto obiettivo perché i cittadini cominciano a preoccuparsi della gestione di un problema che manifesta troppe zone d’ombra

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