Il Parco della scultura della Provincia di Bergamo ha un nuovo volto: questa mattina è stato
presentato il risultato della prima fase degli interventi di conservazione e riordino delle opere con
l’obiettivo di conservare, qualificare e diffondere una parte significativa del patrimonio artistico di
via Tasso.
Il Parco della scultura è l’ampia area verde abitata da sculture di artisti del territorio la cui
costituzione è stata pensata e avviata dall’Ente nel 2001- 2002 per proseguire negli anni seguenti.
Un parco aperto al pubblico che espande il grande cortile del Palazzo della Provincia congiungendo
via Torquato Tasso con via Camozzi attraverso un percorso di sculture di particolare rilievo e
significato (nel Parco opere di Stefano Locatelli, Giacomo Manzù, Alberto Meli, Franco Normanni,
Ugo Riva, Edoardo Villa).
Questa prima e sensibile fase di lavori ha preso in esame le sculture degli artisti non più viventi con
attenzione alla loro condizione di opere esposte da molti anni agli agenti atmosferici e inquinanti, in
considerazione anche dei diversi materiali presenti.
In questa direzione i restauratori Franco Blumer e Anna Rizzi si sono occupati della
manutenzione conservativa delle sculture eseguendo una accurata pulitura che è consistita
nell’eliminazione di tutti i prodotti di corrosione, successive integrazioni cromatiche – quando
necessarie – e trattamenti finali con prodotti anticorrosivi per le leghe di rame e per il ferro atte alla
protezione dagli agenti atmosferici.
E’ stato progettato dall’architetto Valentina Nani un nuovo sistema didascalico fisso che accoglie
le informazioni di base sulle sculture e brevi schede di presentazione. La scelta che ha guidato la
progettazione e realizzazione è stata di attenzione all’accessibilità delle informazioni grazie alla
semplificazione dei dati, all’utilizzo di specifici colori e all’appoggio su sistemi digitali. Un sistema
bilingue (italiano e inglese) a QR-code permette di accedere alle informazioni attraverso sistemi
digitali per la lettura e ascolto delle informazioni. Immagini ambientali delle sculture, utilizzate a
corredo, sono state realizzate da Mario Albergati, fotografo sensibile agli spazi aperti e alla
relazione di empatia e corrispondenza tra arte e natura.
Il coordinamento delle diverse attività in parallelo ad un riordino delle informazioni sulle opere
presenti nel Parco della scultura, diversi anni dopo la loro acquisizione e installazione, è stato svolto
dalla storica dell’arte Paola Tognon. Con i temi della semplificazione e accessibilità, è stato
avviato un riordino complessivo di dati, documenti e riferimenti con l’obiettivo di consolidare la
ricerca – presente e futura – sulle opere di un gruppo di artisti bergamaschi che hanno abitato la
storia del XX secolo.
L’insieme di queste attività è la fase 1 (tutelativa, conservativa e di riordino), cioè il primo passo di
un percorso dedicato all’arte, e in particolare alla scultura, all’interno di uno spazio aperto e fruibile
liberamente da tutti. L’attenzione potrà in seguito riversarsi, con pratiche diverse, sulle opere di
artisti ancora viventi che già abitano il Parco della scultura (come per la scultura di Ugo Riva) oltre
che nel Palazzo della Provincia e infine sugli arredi del Parco della scultura stesso che costituisce un
patrimonio a cielo aperto nel cuore di Bergamo.
Il costo complessivo sostenuto dalla Provincia per l’intervento è di circa 40.000 euro, finanziati con
le risorse per le funzioni delegate assegnate dalla Regione Lombardia per le attività culturali.
All’inaugurazione era presente la Consigliera provinciale delegata alla Cultura. Dichiara il
presidente della Provincia di Bergamo Pasquale Gandolfi: “Sono orgoglioso della riapertura del
Parco della scultura e ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per questo. Ritengo che sia uno
dei lasciti più importanti dell’anno della Cultura che abbiamo vissuto nel 2023 e credo che anche il
lavoro di implementazione delle opportunità di conoscere queste opere stia procedendo a gonfie
vele, opere che ci accompagnano tra autori e stili diversi, ma che sono tutte accomunate dalla
capacità di raccontare una storia. Sono fermamente convinto che anche in questo caso l’arte si
confermi come un modo per arrivare alle persone, per trasmettere un messaggio e per far
conoscere un’Istituzione”.
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