“LA MONTAGNA PER TUTTI” SI CONFERMA UN PROGETTO INCLUSIVO TRA SPORT E COMUNITÀ
Il progetto nato per valorizzare un approccio inclusivo alla montagna inclusiva abbattendo barriere e pregiudizi sulla disabilità in quota. La montagna è per tutti. La conferma sabato scorso, 31 agosto, quando 25 persone con diverse abilità motorie hanno raggiunto il rifugio Fratelli Calvi a quota 2.015 metri in alta valle Brembana, assieme ad altri 75 partecipanti tra accompagnatori ed escursionisti vicini alle associazioni che hanno promosso la giornata.
Il progetto, nato nel 2021 con l’intenzione di sensibilizzare sul tema della disabilità in quota rivolgendosi in particolare alle persone amputate, quest’anno, ha coinvolto persone con diverse abilità motorie – cecità, sindrome di down, autismo etc – grazie alla collaborazione con SBS (Special Bergamo Sport), la rivista Orobie, Cai di Bergamo, Coop Lombardia e all’adesione di associazioni come Dorainpoi Aps, Asd Omero Bergamo, Aipd, Adb e Phb. Il gruppo si è ingrandito, ma l’obiettivo è rimasto lo stesso: percorrere i sentieri delle Orobie per cogliere appieno le eventuali difficoltà che si possono incontrare in montagna.
Ma non solo. «La montagna per tutti» vuole essere anche un invito a superare limiti e pregiudizi, mettendosi alla prova e vivendo un’esperienza che possa portare ogni partecipante a guardare da un’altra prospettiva, decidere di cambiare le proprie abitudini e godere della natura che ci circonda: «Lo spirito dell’iniziativa era proprio questo – sottolinea Simona Pievani, tra i promotori della giornata – offrire l’opportunità di andare oltre la propria disabilità per salire in quota e apprezzare oltre all’ambiente anche la soddisfazione di raggiungere una meta inedita nonostante le difficoltà. Aver ottenuto una partecipazione tanto numerosa è certamente un risultato importante e l’auspicio è che questo rappresenti solo un ulteriore passo del cammino che abbiamo avviato qualche anno fa, affinché la montagna diventi sempre più un terreno capace di coinvolgere e unire».
Raggiungere la meta non è stato semplice, ma ogni partecipante ha dimostrato grande determinazione ed entusiasmo durante la salita; i ragazzi con una amputazione, con sindrome di down, ciechi e autistici hanno affrontato il tracciato autonomamente affiancati dai propri accompagnatori. Mentre chi era in carrozzina, ha percorso un tratto iniziale in fuoristrada, concludendo poi la salita al rifugio Calvi con la joëlette, la carrozzina fuoristrada monoruota.