La Patata di Martinengo e il Paruch – erba del buon Enrico sono i due nuovi prodotti bergamaschi inseriti tra i Sigilli di Campagna Amica, le specialità della biodiversità a tavola salvate dall’estinzione grazie al lavoro degli agricoltori. Lo rende noto Coldiretti Bergamo dopo la presentazione del censimento 2024 curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica.
La patata di Martinengo – spiega Coldiretti Bergamo – prende il nome dal Comune sul cui territorio viene coltivata. È un tubero a buccia gialla e mediamente liscia, con polpa dal colore bianco o leggermente giallo di consistenza media e farinosa. Resistente alla cottura, è particolarmente indicata per ricette al vapore, al forno, per gli gnocchi e la purea. Negli anni Sessanta questo tubero era un vero e proprio simbolo della coltivazione locale. Reintrodotta dagli anni 2000, oggi vanta la Denominazione Comunale di Origine (De.Co).
Il termine Paruch – continua Coldiretti Bergamo – indica lo spinacio selvatico di montagna, chiamato anche erba del buon Enrico. Si tratta di una pianta erbacea perenne che cresce in montagna, ad un’altitudine tra i mille e i 2.200 metri. Predilige terreni soleggiati e ricchi di azoto, perciò lo si può facilmente trovare nei pressi delle malghe. Quest’erba da sempre ha accompagnato la cucina povera di montagna; oggi alcune aziende, con perseveranza e dedizione, lo hanno riscoperto attraverso nuove preparazioni dal sapore antico: dai risotti ai contorni, dalle frittate alle salse sono innumerevoli gli utilizzi di questa pianta.
La Patata di Martinengo e il Paruch – spiega Coldiretti Bergamo – si aggiungono agli altri sei prodotti inseriti tra i Sigilli di Campagna Amica che rappresentano la biodiversità bergamasca e che sono: l’Agrì di Valtorta, il Fiurì, la Formaggella, lo Stracchino all’antica delle valli Orobiche, il burro di montagna, il Formai de Mut dell’Alta valle Brembana. Complessivamente i Sigilli di Campagna Amica a livello nazionale salgono al numero record di 1650. Un patrimonio della tradizione contadina italiana il cui ritorno sulle tavole è stato reso possibile dall’impegno dei 750 agricoltori “custodi” censiti dalla rete Campagna Amica/Terranostra, di cui oltre la metà (56%) sono giovani under 40, e il 15% sono giovanissimi sotto i 30 anni. Un quarto è certificato biologico, mentre quasi la metà si trova in comuni parzialmente o totalmente montani.