Il 21 maggio presso la sede di via dei Caniana dell’Università degli studi di Bergamo sono stati presentati i primi risultati del progetto di ricerca interateneo dal titolo “La legacy BGBS2023 sui territori e le comunità”, avviato insieme all’Università degli studi di Brescia, in collaborazione con il Comune di Bergamo e il Comune di Brescia.
Erano presenti i sindaci di Brescia Laura Castelletti e di Bergamo Giorgio Gori, insieme all’Assessore alla cultura di Bergamo, Nadia Ghisalberti, oltre al team interdisciplinare e interateneo di docenti coordinati dai Prorettori Prof. Elisabetta Bani e Carlo Alberto Romano, rispettivamente di UniBg e di UniBs, in collaborazione con il prof. Stefano Baia Curioni che, per Ask Bocconi, aveva curato il dossier della Capitale Italiana della Cultura Bergamo Brescia 2023.
L’analisi vuole essere uno strumento per definire, attraverso una raccolta dati di natura eterogenea (dati di prima mano e dati forniti da enti terzi), i risultati prodotti a livello territoriale dell’iniziativa Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 e misurarne i benefici a livello territoriale. Il progetto punta, inoltre, attraverso l’analisi, a offrire una metodologia riproducibile su vasta scala in contesti differenti.
Le ricerche in corso tengono conto dell’analisi condotta dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, in collaborazione con la società PTSCLAS, sui territori coinvolti dal programma Capitale italiana della Cultura tra il 2015 e il 2022, da cui emerge che gli effetti che l’iniziativa ha avuto sulle città insignite del titolo vanno oltre il numero di turisti arrivati o dei biglietti di musei venduti, producendo un innesco di altre dinamiche di sviluppo cittadino, facendo assumere all’investimento pubblico un significato profondamente diverso da quello meramente economico.
Condividendo appieno tale visione, la ricerca condotta dai due atenei si propone di avanzare un’analisi relativa all’impatto che l’iniziativa Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ha prodotto sul territorio sul piano dello sviluppo economico e dello sviluppo socioculturale, indagando tre ambiti principali di trasformazione generati dall’evento:
Ambito 1 – Trasformazioni nell’ambito dell’offerta culturale
Ambito 2 – Trasformazioni sociali nelle comunità
Ambito 3 – Trasformazioni nell’ambito della rigenerazione e valorizzazione territoriale
Dal punto di vista metodologico, la ricerca muove a partire dai dati raccolti da NTNEXT, la società di comunicazione bergamasca che ha curato il sito ufficiale della manifestazione, quale fonte importante per l’analisi della legacy, così come della banca dati che registra tutti gli eventi legati alla Capitale, ed è articolata in fasi modulari che prevedono i seguenti step:
Analisi preliminare di conoscenza del lavoro svolto prima dell’evento ai fini della presentazione del dossier della Capitale Italiana della Cultura Bergamo Brescia 2023;
Organizzazione di un workshop all’interno del festival Bergamo Next Level, organizzato dall’Università degli studi di Bergamo alla presenza dei referenti di alcune edizioni precedenti di Capitale Italiana della Cultura, al fine di indagare la legacy dell’evento nei loro territori;
Analisi della legacy sui territori e sulle comunità della Capitale Italiana della Cultura 2023 a partire da: i) una serie di interviste condotte in via telematica tra i mesi di aprile e maggio 2024 ad alcuni soggetti rappresentanti realtà culturali, produttive e di servizio, ugualmente suddivise tra i due territori di Bergamo e Brescia, seguendo il medesimo metodo qualitativo seguito nella fase di elaborazione del dossier; ii) geolocalizzazione e mapping della banca dati fornita da NTNEXT, al fine di comprendere la distribuzione spazio-temporale degli eventi organizzati, la loro diffusione tra città e territori provinciali, differenziandoli per soggetto promotore e tipologie di evento;
Co-progettazione di un evento pubblico di restituzione dei risultati in autunno 2024.
Per quanto concerne le interviste, emerge chiaramente il ruolo dell’evento della Capitale Italiana della Cultura 2023 sia nel creare una visibilità esterna su scala nazionale e internazionale delle diverse anime culturali, creative e produttive delle due città e dei territori provinciali, sia nell’avviare un processo di rafforzamento e consolidamento interno delle reti tra istituzioni, enti, associazioni dei due territori che già ha prodotto diverse progettualità condivise, in primis, quella tra i due Atenei.
Di rilievo anche quanto emerge dalla cartografia prodotta a partire dalla banca dati fornita da NTNEXT, che dimostra come la Capitale Italiana della Cultura 2023 abbia prodotto un’attivazione dei diversi quartieri delle due città, ma anche una grande animazione dei territori provinciali circostanti in tutte le tipologie di eventi: sono stati cartografati 2570 eventi culturali che hanno coinvolto diverse categorie di soggetti (enti pubblici, enti privati, associazioni culturali, fondazioni, società cooperative…). Ciò a rafforzare quanto la Capitale sia stata capace di innescare processi virtuosi e di creare una diffusione oltre i confini delle due città, sia nelle valli montane, sia attorno al Lago d’Iseo, sia in pianura.
Dichiarazioni
Laura Castelletti, Sindaca di Brescia:
“Il progetto di ricerca ancora in corso fra le due università è un ulteriore tassello che arricchirà di valore l’esperienza di BGBS2023. Abbiamo sempre sostenuto che il successo della Capitale sarebbe dovuto andare oltre i, seppur clamorosi, numeri legati alle affluenze turistiche, e questo progetto è l’ulteriore conferma di come il 2023 sia stato un anno straordinario per tutti, non solo per chi è venuto a godere delle nostre belle città. Il prezioso lavoro delle due università costituirà per Brescia uno dei punti da cui partire per la costruzione del Piano strategico della cultura che vuole creare una comunità plurale, coesa e inclusiva, partendo dal patrimonio culturale posto nel cuore della città, fino alla vitalità dei quartieri”.
Nadia Ghisalberti, Assessore alla cultura del Comune di Bergamo:
“Crescere insieme, al contempo obiettivo e metodo della Capitale 2023, si rivela un approccio proficuo anche per le due Università di Bergamo e di Brescia, che si sono impegnate in un progetto di ricerca condiviso. La raccolta e l’analisi dei dati condotta dai due team di ricercatori permetterà di valutare il cambiamento sociale e culturale che le numerose attività realizzate nello scorso anno hanno generato nella comunità.
Questa inedita collaborazione tra le due Università è essa stessa un’eredità della Capitale e conferma una nuova consapevolezza dell’importanza della co-progettazione e delle reti, riconosciute come valore aggiunto anche dalle più importanti istituzioni dei nostri territori”.
Elisabetta Bani, Prorettrice alla Terza missione e ai rapporti con il territorio dell’Università degli studi di Bergamo:
“Questo processo di co-progettazione della ricerca e della valorizzazione della stessa tra i due Atenei è stato avviato il 30 giugno 2023 quando l’Università degli studi di Bergamo e l’Università degli Studi di Brescia hanno presentato alla Cabina di regia di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 un progetto di riflessione sui lasciti dell’anno di Capitale della cultura, con un primo orizzonte temporale di restituzione dei risultati previsto nell’autunno del 2024. L’attività delle Università è auspicabile che non si limiti a questa prima fase di “valutazione di impatto”, ma prosegua con la sperimentazione di modalità di stabilizzazione delle buone pratiche sperimentate durante l’anno di Capitale della cultura, luoghi nei quali dare attuazione alla Terza missione delle università secondo il noto modello di interazione a tripla elica fra i tre attori fondamentali dei processi innovativi: le università, le istituzioni e il privato (inteso sia come aziende che come privato sociale)”.
Carlo Alberto Romano, Prorettore all’Impegno sociale per il Territorio, Università degli Studi di Brescia:
“La ricerca avviata sinergicamente dall’Università degli studi di Bergamo e dall’Università degli Studi di Brescia, in stretta connessione con la Cabina di regia di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 sui lasciti dell’anno di Capitale della cultura, costituisce un virtuoso esempio di collaborazione fra i due Atenei, i quali vi partecipano con le proprie competenze scientifiche e strutture organizzative.
Siamo certi che tale modello, oltre a generare una risposta attesa e utile per dimensionare scientificamente l’impatto dell’evento, consentirà anche di avviare percorsi di lettura e valutazione delle migliori azioni intraprese e, in un momento successivo, di consolidare, nei rispettivi ambiti, le relazioni con un network composito di soggetti qualificati, propensi e idonei a sviluppare proficue interazioni, anche nel prossimo futuro.
Per l’Università degli Studi di Brescia, si tratta di una proposta concreta di impegno sociale per il territorio in linea con gli obiettivi fissati dal piano strategico di ateneo 2023/2028”.
Rossella Baratta, Federica Burini, Niccolò Casnici, Lorenzo Migliorati, team interdisciplinare e interateneo:
“È molto interessante sperimentare questo lavoro di squadra interdisciplinare tra i due Atenei, poiché ci permette di comprendere l’importanza di conoscere importanti sinergie avviate da un numero così alto di soggetti nei due territori in modo coordinato e condiviso. Speriamo che questa iniziativa ci permetta in futuro di avviare insieme altre iniziative di ricerca interateneo, legate al ruolo centrale della cultura come motore di rigenerazione sociale e territoriale”.