Il suolo – fonte vitale di servizi ecosistemici – sostiene la vita sul pianeta, fornendo risorse indispensabili all’uomo. La sua importanza è manifesta nei molteplici benefici che offre, tra cui lo stoccaggio del carbonio, la conservazione della biodiversità, la produzione agricola e di legname, e la regolazione del clima e del regime idrologico. Tuttavia, la compromissione dei servizi ecosistemici del suolo minaccia direttamente la vita umana, incidendo sulla qualità del cibo, sull’ambiente e sulla salute delle persone.
La promozione di iniziative volte alla salvaguardia del suolo è cruciale per preservare i suoi servizi vitali, soprattutto in un contesto come quello attuale, dove si registra un incremento significativo e costante di consumo di suolo destinato a superfici artificiali – a discapito di aree agricole e naturali – e la sua conseguente impermeabilizzazione, che porta ai dissesti e alle vulnerabilità dei territori purtroppo ben note.
IL CONVEGNO
Poiché la tutela del patrimonio ambientale e del paesaggio, nonché il riconoscimento del valore del suolo, sono temi cruciali, la Comunità Montana di Valle Camonica, ente gestore della Riserva della Biosfera “Valle Camonica-Alto Sebino”, propone un incontro di riflessione, approfondimento e confronto sui Diritti del suolo. Questo perché i costi elevati che si devono affrontare, sia in termini di salute e vite umane, sia in termini puramente economici e finanziari quando i servizi ecosistemici vengono compromessi, rendono necessaria un’analisi approfondita della questione.
Il convegno I DIRITTI DEL SUOLO. Incontro di approfondimento su come pianificare, progettare e abitare il territorio per rigenerare i servizi ecosistemici forniti dal suolo, organizzato per venerdì 10 maggio a partire dalle ore 14.30 a Borgo Glazel (Piancogno, BS) affronterà il tema attraverso gli interventi di tre relatori di grande prestigio e riconosciuta esperienza – Michele D’Amico (Professore di Pedologia, Università Statale di Milano), Paolo Pileri (Professore di Pianificazione territoriale e ambientale, Politecnico di Milano) e Mauro Varotto (Professore di Geografia presso l’Università degli Studi di Padova) – che consentiranno ai partecipanti di comprendere che il suolo non è una superficie sulla quale edificare manufatti, ma un volume indispensabile alla vita, un ecosistema da cui tutto ha origine e da cui tutto dipende.
Interlocutori prioritari dell’incontro sono gli amministratori, i tecnici comunali, i progettisti e i pianificatori, ma l’obiettivo è quello di coinvolgere cittadini e studenti al fine di diffondere cultura, conoscenza del presente e consapevolezza del futuro che ci attende.
L’iniziativa è inoltre accreditata al rilascio di CFP (Crediti Formativi Professionali) per gli ordini dei Dottori Agronomi e Forestali, Architetti, Geometri e Ingegneri della provincia di Brescia.
La partecipazione all’evento è gratuita, previa iscrizione obbligatoria attraverso il modulo online presente al seguente link https://bit.ly/diritti_del_suolo (o nella sezione news dei siti www.parcoadamello.it e www.vallecamonicaunesco.it).
IL PROGRAMMA
– Ore 14,30:
Registrazione dei partecipanti e dei crediti formativi per Ingegneri, Architetti e Geometri
– Ore 14,45:
Saluti istituzionali; Mirco Pendoli, Assessore all’Ambiente della Comunità Montana di Valle Camonica
– Ore 15,00:
“La bellezza del suolo: l’ecosistema da cui tutto ha origine”
Michele D’Amico, Professore di Pedologia, Università Statale di Milano – UNIMONT
– Ore 15,45:
“Il suolo non è una superficie: pianificare nello sfasciocene”
Paolo Pileri, Professore di Pianificazione territoriale e ambientale, Politecnico di Milano
– Ore 16,30:
“Abitare la montagna: la terza via”
Mauro Varotto, Professore di Geografia presso l’Università degli Studi di Padova
– Ore 17,15: Conclusioni e dibattito con i presenti
modera: Anna Maria Bonettini, Riserva della Biosfera “Valle Camonica-Alto Sebino”
LE PREMESSE
(a cura della Dott.ssa Anna Bonettini)
Il suolo è una delle risorse più importanti del pianeta e fornisce all’uomo innumerevoli servizi ecosistemici, intesi come i benefici che la natura offre all’uomo e che sono indispensabili per la vita. Tra questi troviamo:
• Stoccaggio e sequestro di carbonio
• Qualità degli habitat e conservazione di biodiversità
• Produzione agricola
• Produzione di legname
• Impollinazione
• Regolazione del microclima
• Rimozione particolato e ozono
• Disponibilità di acqua
• Regolazione del regime idrologico
• Purificazione dell’acqua dai contaminanti.
Se i servizi ecosistemici del suolo vengono compromessi, viene automaticamente a mancare la vita anche al genere umano: basti pensare alle coltivazioni agricole su suoli inquinati, che avvelenano il cibo di cui ci nutriamo, o alle isole di calore che, come dimostrano le ultime estati, si concentrano laddove il suolo è stato impermeabilizzato e sono causa di malessere o di decesso per le persone più fragili.
Ma il suolo, quando integro, ci difende anche dall’erosione, dalle alluvioni, dalle frane e significa qualità del paesaggio e disponibilità di miliardi di organismi viventi – per la maggior parte microrganismi – che ci forniscono farmaci e che rendono possibili i cicli dei nutrienti e le reti alimentari da cui dipendiamo. I suoli integri trattengono inoltre l’acqua durante i periodi di siccità, ai quali andiamo sempre più incontro a causa della crisi climatica.
Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) è disponibile in rete al link https://www.snpambiente.it/snpa/consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2023/ e fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo, permettendo di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici: il monitoraggio 2023 conferma la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali. I dati confermano l’avanzare di fenomeni quali la diffusione, la dispersione, la decentralizzazione urbana da un lato e, dall’altro, la forte spinta alla densificazione di aree urbane, che causa la perdita di superfici naturali all’interno delle nostre città, superfici preziose per consentire l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto.
La valutazione del degrado del territorio, strettamente legata alla perdita di servizi ecosistemici che un suolo sano è in grado di offrire, permette di avere un quadro completo dei fenomeni che impattano sulle funzioni del suolo e che limitano la capacità di “combattere la desertificazione, ripristinare terreni degradati e suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, per realizzare la neutralità del degrado del territorio (Land Degradation Neutrality – LDN)” e di “far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” entro il 2030, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Gli ultimi dati ci mostrano che, purtroppo, il consumo di suolo, con le conseguenze analizzate approfonditamente in questo Rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, non solo da due anni non sta più rallentando, ma nel 2022 ha accelerato bruscamente ed è tornato a correre a ritmi che, in Italia, non si vedevano da più di 10 anni. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali hanno così sfiorato i 2,5 metri quadrati al secondo e riguardato quasi 77 chilometri quadrati in un solo anno, il 10% in più rispetto al 2021. Si tratta certamente di un ritmo non sostenibile, che dipende anche dall’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale.
L’iniziativa delle Regioni e delle Amministrazioni locali sembra essere riuscita marginalmente, per ora, e solo in alcune parti del territorio, ad arginare l’aumento delle aree artificiali, rendendo evidente la forza del fenomeno e il fatto che gli strumenti attuali non abbiano mostrato ancora l’auspicata efficacia nel governo del consumo di suolo. Ciò rappresenta un grave vulnus per la capacità dell’Italia di adattarsi ai cambiamenti climatici, con territori sempre più fragili che non possono più permettersi questo tasso di artificializzazione del suolo. Non possono permetterselo neanche dal punto di vista strettamente economico, come ci indica ormai da tempo la Commissione Europea: la perdita consistente di servizi ecosistemici e l’aumento dei “costi nascosti”, dovuti alla crescente impermeabilizzazione del suolo, sono presentati nel Rapporto sopra citato al fine di assicurare la comprensione delle conseguenze dei processi di artificializzazione, delle perdite di suolo e del degrado a scala locale, anche in termini di erosione dei paesaggi rurali, perdita di servizi ecosistemici e vulnerabilità agli eventi estremi.
Anche le Province di Brescia e di Bergamo, purtroppo, vedono un continuo incremento di consumo di suolo, ed ecco perché è importante trovare un momento di confronto per affrontare il tema.