Nel corso del mio mandato come assessore delegato all’Ambiente per il Comune di Ponteranica tentai di coinvolgere nel 2015 tutte le Amministrazioni comunali sul problema dell’amianto sul territorio di Bergamo. I risultati furono alquanto scarsi. Solo due Comuni, quello di Curno e quello di Almè, si resero disponibili ed interessati all’iniziativa. Tutti gli altri fecero orecchie da mercante, e se ne lavarono le mani, senza neppure prendere in considerazione l’idea. L’obbiettivo di questa mia iniziativa era quello di trovare una soluzione sostanziale al problema dell’amianto in terra bergamasca, ed il primo passo da compiere era quello di partire da una assemblea pubblica aperta alle varie amministrazioni locali, sia delle valli Brembana e Imagna che di tutto l’hinterland bergamasco. Il problema da risolvere (come dissi proprio illo tempore) non era lo smaltimento delle grosse quantità di coperture in amianto ma per la presenza nei diversi territori della nostra provincia di piccole coperture con presenza di eternit, ossia tutte quelle piccole infrastrutture sulle quali come coperture sono state utilizzate lastre di questo materiale.
Partendo dal presupposto che entro il 2015 ci si doveva adeguare alla direttiva regionale, poi prorogata come fin troppe volte accade in Italia, e che imponeva l’abolizione dei materiali contenenti l’amianto – considerato il costo che grava su ogni singolo cittadino per lo smaltimento delle coperture – mi chiedevo e mi chiedo ancora oggi cosa succederà a coloro che si troveranno a dover smaltire da soli queste infrastrutture con costi elevati? Con tutta probabilità il problema si riperquoterà sui territori dei singoli Comuni che si ritroveranno così a dover affrontare lo smaltimento di infrastrutture contenenti amianto, in quanto di fronte ai costi sostenuti, tanti cittadini «modello», provvederanno allo smaltimento abusivo, riempiendo i territori di conferimenti e trasferendo sui già malconci bilanci comunali anche questi ulteriori gravosi costi.
Allora dissi – e oggi confermo – che sarebbe auspicabile un intervento in sinergia fra tutti i Comuni per prevenire piuttosto che poi dover curare. Lo scopo è quello di trovare una soluzione condivisa per poter abbattere i costi di raccolta e smaltimento, facendo il bene delle tasche dei cittadini ma anche e soprattutto il bene del nostro territorio salvaguardandone l’ambiente. L’idea lanciata allora e rilanciata oggi sarebbe quella di dar vita, in forma associata fra tutti i Comuni, ad uno sportello a cui il cittadino possa rivolgersi per l’attivazione della rimozione del materiale. Questa mia idea non fu recepita all’epoca, e a mandato ormai concluso nessuno ovviamente più ne parlò.
Oggi da semplice cittadino porto alla ribalta questo problema. Chissà se in questi anni, in considerazione delle numerose Amministrazioni locali cambiate o rinnovate, ci sia qualcuno che creda di più in questa iniziativa. Me ne faccio promotore, in prima persona, e sono pronto a dare una mano a quelle Amministrazioni locali che vedono con lungimiranza e guardano un poco più in là rispetto al loro stesso naso. Illudendomi, magari, aspetto che molte delle nuove Amministrazioni ci contattino. Noi, metteremo a disposizioni il nostro tempo per dare vita a questa iniziativa o, ancor meglio ,dare una mano a quelle Amministrazioni che ci crederanno. Per informazioni è possibile scrivere a: intervalli.redazione@gmail.com.