Si chiudono, finalmente, i rinnovi dei contratti nazionali del terziario: è stata raggiunta ieri l’intesa per rinnovare il CCNL della Distribuzione Moderna Organizzata, l’ultimo del comparto a mancare all’appello. Riguarda i più grandi e noti marchi di supermercati e ipermercati in Italia, come Esselunga, Bennet, Carrefour, Ikea, Obi. La firma arriva dopo la mobilitazione dei lavoratori che alla vigilia di Pasqua, il 30 marzo, avevano scioperato. A Bergamo si era anche tenuto un presidio molto affollato di fronte al punto vendita Esselunga di via Corridoni (foto in allegato).
“Grazie al segnale forte lanciato il 30 marzo con il nostro sciopero si è finalmente raggiunto questo importante accordo che chiude il quadro dei rinnovi del terziario. Dopo quella mobilitazione, infatti, Federdistribuzione era tornata al tavolo rivedendo la propria posizione”, hanno commentato questa mattina i segretari provinciali Nicholas Pezzè per FILCAMS-CGIL, Claudia Belotti di FISASCAT-CISL e Anila Cenolli di UILTUCS-UIL di Bergamo. “Ora sottoporremo ai lavoratori nelle assemblee l’ipotesi di accordo raggiunta, per l’approvazione finale”.
Dal dicembre 2019, quando il precedente contratto era scaduto, non si vedevano rinnovi. Il contratto ora rinnovato avrà vigenza fino al 31 marzo 2027.
Il testo siglato con Federdistribuzione prevede un aumento di 240 euro al quarto livello, da riparametrare, con l’erogazione di una massa salariale di 7.180 euro comprensiva dell’una tantum di 350 euro. La prima tranche di 70 euro sarà retroattiva da aprile 2024 e si aggiunge ai 30 euro precedentemente concordati. È previsto anche l’incremento dell’indennità annua della clausola elastica del part-time, che passa da 120 euro annui a 155.
A proposito della parte normativa, è stata aggiornata la classificazione in ragione dei nuovi profili professionali di settore. Sono stati, inoltre, definiti miglioramenti sulle politiche di genere, e vengono previsti ulteriori congedi retribuiti per le donne vittime di violenza, con il diritto ad astenersi dal lavoro per 90 giorni lavorativi per motivi connessi al percorso di protezione. Importante è poi l’innalzamento del part-time minimo da 18 a 20 ore settimanali.