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Si conclude con l’arresto in flagranza di reato di un cinquantenne italiano di origini ghanesi e della moglie deferita all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà, una complessa attività di indagine iniziata qualche mese fa dai militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Brescia.

I militari hanno accertato che i coniugi residenti in Val Trompia, erano dediti ad un’attività continuativa di traffico illecito di rifiuti attraverso la raccolta abusiva di ingenti quantità di materiali tecnologici obsoleti, monitor, pc, stampanti, televisori a tubo catodico, carcasse di pneumatici, batterie esauste, rottami ferrosi, elettrodomestici non bonificati, e al successivo invio in diversi paesi dell’Africa occidentale occultati tra materiali di varia natura. La coppia sistematicamente provvedeva all’organizzazione delle spedizioni, alla raccolta del materiale da spedire nonché al carico del container. A seguito dell’attività di indagine nella giornata di lunedì 12 giugno i militari intercettavano alle prime ore dell’alba, l’ennesima partenza di due containers con destinazione Ghana e procedevano all’ispezione del contenuto degli stessi riscontrando tra l’altro ingenti quantità di rifiuti pericolosi. Sotto la direzione del P.M. Dr. Ambrogio Cassiani titolare dell’indagine, procedevano quindi alla perquisizione del piazzale di stoccaggio temporaneo nonché al sequestro di tutti i rifiuti rinvenuti. Solitamente le operazioni di carico dei containers avvenivano nel fine settimana per non destare sospetti e diminuire le possibilità di essere scoperti. Il destino dei rifiuti era probabilmente una delle discariche a cielo aperto del Ghana, come quella di Agbogbloshie dove lavorano almeno 70mila persone, la metà dei quali minori, per estrarre a mani nude dai rifiuti, materie prime che hanno ancora un valore commerciale (ferro, alluminio e oro), il tutto in violazione delle normative per la tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori. Il Ghana nel 2008 ha vietato l’introduzione di tutti gli elettrodomestici usati, nonostante questo centinaia di containers giungono nel porto di Accar dove una volta sdoganati, i rifiuti vengono smaltiti lungo i fiumi del bacino del Volta prevalentemente da bambini e giovani nei quali sono stati registrati altissimi valori di piombo, diossine e metalli pesanti nel sangue. Proprio per questo motivo, visto il carattere transnazionale dell’attività svolta dai coniugi, sono in corso ulteriori accertamenti volti ad individuare i basisti nei paesi d’origine.