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MAL’ARIA

Dipende da come si vuole leggerli, i dati sull’inquinamento atmosferico  nelle nostre province. Se da un alto ci fa piacere sapere che il 2023 è stato il migliore tra gli ultimi anni in cui si è fatto il rilevamento dei dati, dall’altro rimane lo sconforto che questi dati sono ancora preoccupanti per la nostra salute

L’analisi dei dati dell’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) o, meglio, delle medie giornaliere per tutti i 365 giorni dell’anno della concentrazione del Pm10, definite per tutti i comuni bresciani, evidenziano criticità che coinvolgono un’ampia fascia del territorio provinciale.

Arpa Lombardia tiene monitorato quotidianamente questo inquinante con le centraline e, in assenza di rilevazioni dirette, grazie ad un modello matematico che esprime la media giornaliera delle polveri sottili in tutti i comuni.

La provincia di Brescia, infatti, in ampia parte, si colloca all’interno di quell’area della Pianura Padana che viene considerata come una delle più inquinate d’Europa, a causa degli alti livelli di particolato presenti

Pm10 è un acronimo che significa Particulate Matter 10 µm, ovvero materiale particolato con dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri. Il particolato è pericoloso perché si insidia nell’organismo umano, a livello del sistema respiratorio, aumentando l’incidenza dei tumori, specie quelli polmonari.

Calano le Pm10 a Brescia ma la situazione resta preoccupante. Questo è quanto emerge dalle rilevazioni delle centraline Arpa (al 18 dicembre 2023) comunicate da Legambiente Lombardia. In città la concentrazione media nell’anno in corso si è attestata a 26,3 microgrammi/mc, in diminuzione rispetto ai 32,1 del 2022, valore conforme alle soglie europee (40 microgrammi/mc), ma drammaticamente lontano dall’obiettivo fissato dalla Organizzazione mondiale della sanità di 15 microg/mc come media annua).

«Troppi mega-allevamenti nella pianura lombarda, specie tra le province di Cremona, Brescia e Mantova, sono un grosso problema per l’aria che respiriamo – afferma Legambiente . Una: curiosità per far capire l’ampiezza del problema In provincia di Mantova ci sono circa 7 maiali per abitante. Un numero impressionate

Boccheggiano le grandi città, come Milano, Brescia e Bergamo, responsabili di gran parte delle emissioni da traffico, ma anche abbastanza vicine alle aree di grande concentrazione zootecnica per risentirne in modo significativo nei livelli di Pm10 rilevati dalle centraline urbane».

La spiegazione «per una campagna agricola così malsana va ricercata nei troppi animali allevati in Lombardia, regione che concentra quasi un terzo del peso vivo di tutti gli animali allevati in Italia. Dagli allevamenti lombardi, infatti, esala gran parte delle oltre 90.000 tonnellate annue di ammoniaca gassosa che Arpa stima per la Lombardia, ingrediente di base per la formazione del particolato inorganico secondario che costituisce oltre i due terzi, in peso, del Pm10 misurato».

Diciamo subito che la mappa della provincia è nettamente definita secondo i valori del Pm10. In sintesi, tutta la montagna presenta valori assai contenuti, nella media annuale, sotto i 10 µg/m³, mentre la fascia pedemontana e collinare sembra fare da spartiacque rispetto alla pianura, che presenta, in tutta la sua estensione, valori superiori a 30 µg/m³. Insomma la buona aria.

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