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Le difficoltà dei comparti tessile e chimico di Bergamo

Tessile a Bergamo. “Settore d’eccellenza che non interessa ai giovani”?

In questi ultimi giorni, in occasione della trentottesima edizione di Milano Unica, sulla stampa a Bergamo abbiamo letto della difficoltà vissuta dalle aziende del comparto tessile a “trovare personale a tutti i livelli, forse perché i giovani hanno altre ambizioni”. Abbiamo anche appreso di come sia un settore poco appetibile per i lavoratori, malgrado la presenza sul territorio provinciale di “aziende solide” che “rappresentano l’eccellenza della filiera”, secondo le parole del rappresentante del gruppo tessili e moda di Confindustria Bergamo, che pure riconosce “un contesto generale tutt’altro che facile”.

“Certo, il settore è poco appetibile per i lavoratori, ma i giovani – a differenza di quanto ipotizzato sulla stampa – non sono affatto poco informati. Siamo convinti che se anche sapessero di più dell’eccellenza bergamasca, non correrebbero a valutare una carriera nel comparto tessile” dichiara oggi Ezio Acquaroli, segretario generale della FILCTEM-CGIL di Bergamo.

“La ragione è piuttosto semplice: gli stipendi del settore come pure le flessibilità che garantiscono un tempo di vita-lavoro accettabile sono entrambi non più adeguati ai tempi” prosegue il sindacalista. “Se davvero alla crisi lunga e durissima degli ultimi anni a sopravvivere è stata solo l’eccellenza del comparto, allora questa eccellenza che lavora con i grandi marchi della moda italiana può approfittare dell’imminente trattativa per il rinnovo del contratto nazionale per attrarre nuovi lavoratori aumentando gli stipendi e migliorando le condizioni”.

Il CCNL Tessile Abbigliamento Moda, firmato nel 2021 da Smi/Confindustria Moda e FEMCA-CISL, FILCTEM-CGIL e UILTEC-UIL, scadrà il 31 marzo prossimo.

“Quell’eccellenza di cui si è parlato in questi giorni non si è ancora concretizzata in un recupero del gap salariale e normativo, che più allontana i più giovani” prosegue Acquaroli, che fa un raffronto tra i comparti che la sua categoria segue: “Secondo il contratto nazionale del tessili lo stipendio lordo mensile per un giovane operaio che entra nel settore è di 1.621 euro (lo sottolineiamo, è una cifra lorda). Per chi invece comincia a lavorare in un’azienda della gomma plastica è di 1.701 euro lordi, e in una del comparto chimico è di 1.807 euro lordi al mese, cioè quasi 200 euro di più. Nel settore chimico, inoltre, si trovano gruppi più strutturati con integrativi aziendali più ricchi dal punto di vista normativo e indubbiamente anche economico. È ovvio che il motivo stia nella lunga crisi scontata dal tessile. Ed anche nel fatto che, quando si firmò il rinnovo del contratto nazionale nel 2021, l’invasione russa dell’Ucraina del ’22 con tutte le conseguenze anche in termini di inflazione e di materie prime non erano per nulla all’orizzonte”.

“Ora, con la fase di contrattazione nazionale che si sta per aprire, abbiamo l’occasione finalmente di colmare quel gap salariale e di diritti, riportando così molti giovani a questo settore” conclude il sindacalista. “I ragazzi sono alla ricerca di un equilibrio tra spazio per la propria vita e stipendi dignitosi, soprattutto rispetto ai costi che oggigiorno devono affrontare”.

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