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Autonomia Differenziata, cerchiamo di approfondire cos’é .

LA SINISTRA SI SCOPRE NAZIONALISTA

  • di Antonio Martinelli

Nelle scorse settimane, culminate con l’approvazione al Senato del testo che tratta l’argomento dell’Autonomia Differenziata, la sinistra si è trovata a vestire i panni di nazionalista ed i confini sono tornati al centro dell’animata discussione. Patria e Nazione dev’essere una passione tardiva ma travolgente: Risulta senza giustificazione, altrimenti, la foga con cui diversi esponenti di sinistra si scagliano contro il governo, attaccandolo per insufficiente nazionalismo.

Nei giorni scorsi, l’ex segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, ha postato sui social una bandiera italiana al grido “la destra al Senato approva la legge spacca-Italia. No alla secessione. Viva l’Italia unita e più giusta”

Cerchiamo di fare il punto della situazione per non incorrere in malintesi. Nel 2001 le forze di centro – sinistra approvarono la modifica al TITOLO V della Costituzione. In questa variazione dei rapporti tra Stato e Enti territoriali minori, i contenuti erano racchiusi nei tre capitoli 114 – 116 – 117 che andiamo a ripassare

 

Art. 114

La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento

 

Art. 116

Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallee d’Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale. La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.

Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo, possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119. .

 

Art. 117

La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:

  1. a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; b) immigrazione; d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi; e) moneta, tutela del risparmio f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo; g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; h) ordine pubblico e sicurezza i) cittadinanza, stato civile e anagrafi; m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull’istruzione; o) previdenza sociale;

Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.

La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni.

Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato.

E allora? Non è quello che prevede il centro destra con la richiesta di approvazione dell’Autonomia Differenziata? E ancora: non era nel programma del Governo Conte che vedeva in maggioranza Movimento 5 Stelle e Lega in  un rapporto che aveva (per la Lega) l’obiettivo di raggiungere  lo scopo? Perché ora Conte si è così accalorato in aula contro una proposta che faceva parte del suo programma per migliorare il Paese?

Nella ormai vecchia interpretazione del Titolo V della Costituzione all’ente Regione erano conferite funzioni legislative proprie oltre che amministrative7

Tuttavia, le materie in cui la potestà legislativa regionale aveva la possibilità di esplicarsi erano ritenute di scarso peso, mentre i controlli da parte statale, quali il sistema delle leggi quadro o il controllo di legittimità sugli atti amministrativi della Regione, erano tali da garantire la prevalenza delle scelte politiche centrali su quelle locali. In sostanza, l’intero disegno del Titolo V della Costituzione è apparso fin dal principio fortemente ambiguo e di difficile interpretazione, dal momento che le formulazioni vaghe in esso contenute hanno suscitato numerosi dubbi e permesso molteplici interpretazioni.

A questa ambiguità l’attuale governo ha deciso di mettere fine, formulando una proposta che ha visto, anche una regione rossa come l’Emilia Romagna accodarsi a Lombardia e Veneto nella richiesta di una cera autonomia

Poi, ci sarebbe anche da approfondire la scellerata decisione dell’accoppiata Renzi – Delrio  in merito alla cancellazione delle Province che di fatto a lasciato sul territorio dei sacchi vuoti di idee a di operatività. Ma su questo argomento, magari, ci torneremo in un’altra occasione

Ma andiamo a  concludere

PRO E CONTRO

Chi sostiene la riforma ritiene che in questo modo si dovrebbe garantire una migliore aderenza tra servizi ed esigenze specifiche dei territori, anche perché si presume che un criterio di “vicinanza” responsabilizzi maggiormente in termini di ricadute sul consenso i decisori locali. Chi la critica teme invece che la riforma nasconda il pericolo di disgregare il Paese, esacerbando e istituzionalizzando di fatto le differenze economiche, politiche, sociali, che già ci sono tra una regione e l’altra.

In tema della salute, che già rappresenta una delle voci più significative nei bilanci regionali, la preoccupazione di molti è che un’autonomia rafforzata possa ulteriormente consolidare le differenze tra Regioni più facoltose e meno, anche in termini di diversa possibilità di accesso ai servizi da parte di cittadini di regioni diverse, il timore che l’autonomia differenziata si traduca in un aumento delle diseguaglianze è il tema politicamente più sensibile.

Qualunque cosa se ne pensi, le preoccupazioni per l’autonomia sono grandemente esagerate. Le conseguenze dell’una e delle altre saranno limitate. Non è detto siano tutte positive. Certamente non si tratta del federalismo competitivo, che incentiva i cittadini a votare con i piedi e scegliere di risiedere nelle regioni col mix più favorevole tasse/servizi pubblici.

Sarebbe auspicabile che l’opposizione si ricordasse di aver dato, per prima, il via al cammino dell’autonomia anziché giocare, col governo,  a chi è più “patriota”.

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