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Miglioramento dei livelli di biossidi di azoto in Lombardia nel 2022

Forbice dei redditi sempre più ampia

La Lombardia conta circa 7 milioni di contribuenti per un reddito dichiarato complessivo che va oltre i 171 miliardi di euro. Ma come sono distribuiti i redditi tra lavoratori dipendenti, pensionati, imprenditori e autonomi? A scattare la fotografia è Il MEF, Ministero Economia e Finanza, che ogni anno rilascia i dati riguardanti le dichiarazioni IRPEF.
“Per noi è importante partire dai dati per poi calarli nel contesto in cui viviamo – commenta Roberta Vaia, segretaria regionale CISL Lombardia – Questo ci permette di sviluppare strategie e intervenire a favore di lavoratori e pensionati. Grazie al nostro centro studi Bibliolavoro, abbiamo elaborato alcuni dati a livello regionale e provinciale per avere un quadro più chiaro della situazione. Quello che balza subito all’occhio è la presenza di tante persone con redditi medio bassi e una ricchezza che si concentra invece in una fascia più ristretta della popolazione. Questo risulta evidente soprattutto se analizziamo i redditi medi: oltre 71mila euro per gli autonomi, poco meno di 26mila euro per i dipendenti e 21mila euro circa per i pensionati. Osserviamo però l’incidenza, ovvero quanto pesano le forze contribuenti: i dipendenti in Lombardia sono il 59,7% i pensionati il 36,1% mentre autonomi e imprenditori sono il 4,2%. Ecco che la forbice si allarga allora sempre più. Ma, come detto, i numeri vanno letti in un contesto più ampio: i prezzi al consumo, soprattutto del comparto alimentare, galoppano con percentuali più ampie e il potere di acquisto dei cittadini si abbassa sempre più. Il piccolo aumento di ricchezza che si nota dai dati IRPEF dei dipendenti (+0,6%) non regge di certo gli aumenti provocati soprattutto dallo scoppio della guerra in Ucraina. Ma c’è un altro dato che vale la pena tenere in considerazione: l’elaborazione che ha fatto Polis Lombardia su dati ISTAT ci dice che il 14,8% dei lombardi è a rischio povertà ed esclusione sociale, un dato allarmante”.
“È chiaro che per fermare la perdita del potere di acquisto dei salari dobbiamo accelerare il rinnovo dei contratti di lavoro (alcuni fermi da anni) e dare un nuovo impulso alla contrattazione aziendale e territoriale – continua Vaia – Va inoltre incalzata Regione Lombardia affinché da un lato ci sia una razionalizzazione delle misure di sostegno al reddito regionali rendendole più integrate a quelle nazionali. Ad oggi contiamo circa 60 misure a sostegno del reddito tra nazionali e regionali, ma ognuna di queste risponde a criteri di accesso diversi, di Isee, di condizioni sociali, di nucleo famigliare. Dall’altro lato va rafforzato il sistema dei servizi pubblici sociali, sanitari, socio-sanitari regionali con particolare riguardo per quelli previsti per il contrasto alla povertà”.

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