Partendo dalle investigazioni sulla misteriosa scomparsa avvenuta il 26 maggio del 2016 e ancora irrisolta di Fabrizio Garatti originario di Piancamuno, gli uomini della Guardia di Finanza hanno denunciato 6 persone per associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa 10 milioni di euro.
L’ordinanza di custodia cautelare della giudice delle indagini preliminari di Bergamo Marina Cavalleri è stata notificata a 4 uomini e 2 donne, ritenuti amministratori di fatto di due cartiere, ma anche soggetti sconosciuti al fisco. In carcere, con l’accusa di essere il capo di questo gruppo è finito un 38enne di Pisogne. Ai domiciliari invece è stata confinata la sua compagna 43enne e il fratello 39enne di quest’ultima, anche loro di Pisogne. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, le operazioni hanno fruttato guadagni netti tra i 40 e 60mila euro al giorno. Il fatto più eclatante dell’indagine sta nel fatto che gli inquirenti sono arrivati agli arrestati partendo proprio dalla scomparsa di Fabrizio Garatti e indagando sul suo conto e sul conto delle sue frequentazioni. I Carabinieri di Clusone e Costa Volpino hanno scoperto giri di denaro derivanti dalla falsa fatturazione. A quel punto, le indagini sulla scomparsa di Garatti hanno visto scendere in campo anche la Guardia di Finanza di Bergamo che ha così ricostruito lo schema utilizzato dagli indagati dal marzo 2015 ad ottobre 2016. Attraverso società fittizie venivano emesse fatture false a favore di clienti che pagavano l’importo comprensivo di Iva per abbattere l’imponibile. Una volta ricevuto il pagamento, secondo gli inquirenti che operano strettamente in rete di intelligence tra polizie di varia specializzazione, Garatti e le altre persone coinvolte nell’indagine, provvedevano a dirottare il denaro su conti personali di persone compiacenti, per poi passare all’incasso negli uffici postali di mezza Italia e restituire al cliente l’importo versato alleggerito del prezzo del servizio: tra il 2,5 e il 6% di quanto riportato in fattura. Ora starà agli inquirenti stabilire le responsabilità e definire nei dettagli l’operazione. Sull’intera vicenda pesa però la scomparsa di Fabrizio Garatti di cui si sono perse letteralmente le tracce da venerdì 26 maggio 2016, quando era stato visto nel pomeriggio con una persona di fronte ad un bar di Costa Volpino. Qualche giorno dopo, i Carabinieri di Costa Volpino durante una perquisizione nella casa in ristrutturazione a Ponte Barcotto,di proprietà del padre di Fabrizio Garatti, avevano trovato la somma di un milione in contanti nascosta nell’assito di un deposito attrezzi accanto alla casa. Da quel ritrovamento, alla luce delle nuove acquisizioni delle Fiamme Gialle, ora forse emerge un filo rosso che potrebbe aiutare a sbrogliare la matassa della scomparsa di Garatti.