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DO23 nuovo record di presenze per il festival bergamasco

DO23 nuovo record di presenze per il festival bergamasco

Si conclude con risultati estremamente favorevoli la nona edizione del festival Donizetti Opera realizzata dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta, con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza. Un’edizione speciale poiché l’impianto consolidato è stato arricchito dalle iniziative per Bergamo Brescia Capitale della Cultura, le cui aree tematiche e il concept hanno attraversato le produzioni. Opere, laboratori per le famiglie, spettacoli per le scuole, incontri, presentazioni, film e anche una caccia al tesoro: sono stati ben 55 gli appuntamenti del festival Donizetti Opera (molti a ingresso libero), il più ricco di sempre. I tre weekend si sono allungati presentando il giovedì LU OpeRave (16, 23 e 30 novembre), nuova creazione ispirata alla più celebre delle opere donizettiane che ha lanciato uno sguardo verso la contemporaneità e l’innovazione; quindi al Teatro Donizetti sono andati in scena due rarissimi titoli di Gaetano Donizetti – Il diluvio universale (17 e 25 novembre e il 3 dicembre) e Alfredo il Grande (19 e il 24 novembre) – e la farsa di Giovanni Simone Mayr Il piccolo compositore di musica (2 dicembre) in prima moderna; al Teatro Sociale invece Lucie de Lammermoor (18 e 26 novembre e 1 dicembre), la versione francese del grande capolavoro.

Crescono le presenze che, nel 2023, sono state 13.120, superando il successo del 2022 (12.484) e i precedenti 2021 (10.788), 2019 (10.293) e 2018 (8.491) e confermando l’attrattività del festival e la qualità della proposta artistica. Il pubblico straniero aumenta sempre di più: il 93% dei gruppi organizzati arriva dall’estero; mentre per i singoli (su un campione di circa 700 acquirenti online) il pubblico straniero è pari al 31% delle presenze. In media è stato calcolato che in una recita d’opera del festival 2023 il pubblico era composto dal 40% di stranieri, dal 35% di italiani di varia provenienza e dal 25% di bergamaschi. Sempre più numerosi i paesi di provenienza – quest’anno 26 – molti dei quali collegati dalle tratte attive sull’aeroporto di Milano Bergamo gestito da SACBO: Regno Unito, Svizzera, Francia, Spagna, Austria, Stati Uniti, Giappone, Svezia, Paesi Bassi, Ungheria, Belgio, Finlandia, Polonia, Romania, Argentina, Lituania, Israele, Slovacchia, Grecia, Repubblica Ceca, Singapore, Portogallo, Lettonia, Cina, Irlanda (in ordine di quantità).

La programmazione è stata apprezzata anche da un nutrito gruppo di critici musicali italiani e stranieri (91) accreditati per 87 testate giornalistiche (di cui 48 estere) fra mondo cartaceo, web, radio e tv, provenienti anche da Stati Uniti, Canada, Messico, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Polonia che hanno descritto il festival, dedicando anche spazio al coinvolgimento della città di Bergamo e al legame con il compositore.

Anche la comunicazione digitale (sito e social media) ha registrato dati molto positivi per i mesi di ottobre e novembre, superando i 30mila follower. In particolare continua a essere molto seguita la Donizetti OperaTube, la webTV del Festival lanciata nel 2020, che ha superato i 4.000 iscritti per la visione dei contenuti gratuiti e i 300 streaming a pagamento delle opere 2023. Tra i contenuti prodotti per i canali social grande successo hanno riscosso i video con le trame delle opere raccontate dai bambini delle scuole bergamasche, che hanno collezionato oltre 51mila visualizzazioni.

Molto seguite le attività Education e Family, sempre differenziate e proposte per le varie fasce di età. Proseguiranno nel restante anno scolastico 2023-2024 sia gli approfondimenti per le scuole superiori, come il progetto Opera Wow realizzato in collaborazione con ATS (Agenzia di Tutela della Salute) di Bergamo e con l’Ufficio Scolastico Provinciale, che quelli per i più piccoli con gli spettacoli dei burattini dedicati all’Elisir d’amore e a Lucia di Lammermoor.

In circa 20 giorni sono già 800 le Torte del Donizetti vendute dal Rotary Club Bergamo Terra di San Marco finalizzate alla raccolta dei fondi necessari per le borse di studio degli allievi della Bottega Donizetti (dedicata alla formazione dei giovani artisti). La nuova confezione in latta contenente la specialità dolciaria ideata da Balzer nel 1948 ha conquistato il pubblico del festival ha scelto di tornare a casa con questo ricordo bergamasco. Le ultime 200 torte (da 500gr oppure 800 gr) possono essere acquistate al Balzer sul Sentierone (25€ e 35€).

DONIZETTI OPERA 2024
Sarà l’edizione n. 10 quella in programma dal 15 novembre all’1 dicembre 2024. Inaugurazione venerdì 15 novembre al Teatro Donizetti con uno dei grandi capolavori seri cioè Roberto Devereux (repliche domenica 24 e giovedì 28 novembre) tragedia lirica su libretto di Salvadore Cammarano nell’edizione critica a cura di Julia Lockhart per Casa Ricordi nell’ambito dell’Edizione Nazionale realizzata con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti. Quindi sabato 16 novembre al Teatro Sociale, per il ciclo #donizetti200, Zoraida di Granada (repliche sabato 23 novembre e domenica 1° dicembre) melodramma eroico su libretto di Bartolomeo Merelli e Jacopo Ferretti nell’edizione critica a cura di Edoardo Cavalli per la Fondazione Teatro Donizetti. Infine domenica 17 novembre, di nuovo al Teatro Donizetti, uno dei titoli più famosi, pagina della maturità del compositore, Don Pasquale (repliche domenica 22 e sabato 30 novembre) dramma buffo di Giovanni Ruffini e lo stesso Donizetti che sarà presentato nella nuova edizione critica a cura di Roger Parker e Gabriele Dotto per Casa Ricordi, realizzata sempre nell’ambito dell’Edizione Nazionale.
È Paolo Fabbri, direttore dell’Area Scientifica del festival Donizetti Opera a introdurre le tre opere in programma nel 2024: «Come Elisir, come Lucia, Don Pasquale non ha mai smesso di essere rappresentato, dal 1843 quando nacque. Un capolavoro evergreen dell’ultima stagione creativa di Donizetti. A quell’epoca non è che se ne contassero poi tanti, in ambito comico. Anzi, era proprio il genere dell’opera comica ad essere in crisi. Bellini, ad esempio, non aveva scritto nessuna opera davvero di quel tipo. Verdi ne compose giusto una, a inizio carriera (Un giorno di regno, 1840). Il pubblico del pieno Ottocento era diventato serioso? Aveva capito, in quella prima Modernità, che lo attendevano tempi in cui c’era poco da ridere? Si divertiva di più a versar lacrime, piuttosto che farsi una bella risata? Di opere comiche come da tradizione, e di successo, Donizetti ne aveva scritte: talvolta le aveva insaporite con una punta di sentimentalismo. Don Pasquale va oltre, verso una commedia da camera il cui protagonista sfiora a tratti la caricatura, ma ne resta quasi sempre al di qua. Delle fregole amorose di un anziano per una giovane, per secoli si era riso: Ruffini e Donizetti preferirono sorriderne con malinconia, anche perché il compositore ‒ come sappiamo dalla sua biografia ‒ stava sorridendo di sé stesso. In guardia però dal collegare meccanicamente vita e opere. In Roberto Devereux (1837), l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor, niente lascia trasparire la sua tragedia personale (la morte prematura della moglie, il 30 luglio 1837, in piena fase compositiva). Piuttosto, vi troviamo sperimentazioni drammaturgiche e formali che proseguivano i suoi tragitti creativi con ancor maggiore sottigliezza e forza espressiva. Il progetto Donizetti 200 tocca quest’anno Zoraida di Granata: o meglio, la sua seconda versione (1824), dato che la prima era andata in scena nel 1822: con successo, nonostante le traversie che l’avevano accompagnata. Riprendendola nel 1824, si provvide ad adattarla alla nuova compagnia di canto. A Stendhal, che si trovava a Roma, l’opera non piacque per niente (il suo cuore batteva solo per Cimarosa e per il Tancredi di Rossini): anzi, non gli piacque neppure Donizetti come persona. Decisamente quella volta lo scrittore non fu vittima della ‘sindrome di Stendhal’. Giudichiamo noi, due secoli dopo, se avesse proprio ragione».
Sin da ora è possibile prenotare i carnet su gaetanodonizetti.org

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