L’orto, gli animali e i lavori di campagna sono i protagonisti delle attività realizzate dalle Fattorie didattiche, destinate per lo più a bambini e adolescenti. Sono 208 (più 144% rispetto al 2004) le aziende sparse per la Lombardia che fanno formazione, oltre a svolgere la tradizionale attività agricola. La maggior parte è concentrata nell’area prealpina con punte nelle province di Bergamo (55) e di Brescia (34). Conoscere l’attività agricola, il ciclo degli alimenti, la vita animale e vegetale, educando al consumo consapevole e al rispetto dell’ambiente e della natura. Sono i principi su cui si fonda il progetto di Regione Lombardia e Coldiretti che ha dato vita e sostiene queste aziende.
Vendemmia, raccolta delle olive, mungitura sono tra le attività proposte ai ragazzi, che hanno anche la possibilità di cimentarsi nella produzione di prodotti tipici. Con la guida di operatori qualificati, i bambini, che per lo più partecipano a queste lezioni didattiche attraverso la scuola o la propria famiglia, imparano a conoscere l’ambiente rurale, le piante, gli animali e i prodotti della terra, osservando di persona il lavoro agricolo e partecipando attivamente ai processi di produzione. Da qui passa la valorizzazione dei mestieri e della manualità artigianale, rispondendo al bisogno di genuinità, di verde e di silenzio che si contrappongono allo stress quotidiano, al cemento e al frastuono cittadino.
Le Fattorie didattiche spesso comprendono anche percorsi ad hoc per persone diversamente abili, coinvolgendoli non solo nella coltivazione e nella cura degli animali, ma anche nella conduzione di visite guidate con le scolaresche. Una di queste è l’azienda Dosso Badino a Monticelli Brusati (BS) che dal 2015 accoglie ragazzi diversamente abili, che diventano protagonisti di laboratori di cucina, ortocoltura e di sedute di riabilitazione equestre. Il lavoro delle Fattorie didattiche si rivolge essenzialmente a chi sceglie di conoscere la cultura e la geografia del proprio territorio, privilegiando una vacanza o una semplice giornata “rurale” a stretto contatto sia fisico sia umano col contesto locale. Una particolare iniziativa è quella della Asinoteca di Ornago (MB), che si rivolge a baby visitatori entro i tre anni di età, a cui viene proposto un viaggio alla scoperta del mondo agricolo a bordo di due vagoni di un treno dell’inizio del novecento in compagnia degli asini.
Attualmente le fattorie didattiche accreditate presso la Regione sono 208, cui si aggiungono 17 classificate come sociali (5 in provincia di Brescia) che estendono, cioè, i loro servizi a favore di persone che presentano forme di svantaggio psico-fisico o di disagio sociale. Sono ancora poche queste aziende (ancora nessuna per esempio in provincia di Milano). Tra queste il Larice di Clusone (BG), dove viene praticata l’ippoterapia, di solito prescritta, al fianco delle terapie riabilitative tradizionali, a chi è affetto da deficit cognitivo o patologie di carattere neurologico che si manifestano sul fisico e nella motricità. La promozione dell’agricoltura didattica è disciplinata in particolare dalla legge regionale 31/2008 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” e dalla delibera della Giunta Regionale (DGR. n. 6198/ 2017) che stabilisce criteri e procedure per il riconoscimento della qualifica di fattoria didattica.
Per accreditarsi l’azienda deve sottoscrivere la Carta della Qualità, che riassume i requisiti di sicurezza e accoglienza che le aziende aderenti devono rispettare poter essere riconosciute come “didattiche”. In Lombardia, il documento impone, tra le altre cose, che l’azienda debba promuovere un rapporto continuativo con le scuole, adottare sistemi agricoli di produzione biologica, integrata o ecocompatibile e di allevamento improntato al principio del benessere dell’animale. Inoltre gli operatori,incaricati alla formazione devono aver partecipato ai corsi di abilitazione e ai successivi aggiornamenti periodici.