Il piccolo compositore di musica è il quinto titolo del Donizetti Opera 2023: sabato 2 dicembre alle ore 20.00 al Teatro Donizetti andrà in scena, infatti, questo singolare tesoro riscoperto del maestro di Donizetti, Giovanni Simone Mayr, con la regia del direttore artistico del festival Francesco Micheli; interpreti vocali gli allievi della Bottega Donizetti 2023, mentre Coro e Orchestra, guidati da Alberto Zanardi, sono quelli del Politecnico delle Arti “G. Donizetti – G. Carrara”.
Si tratta dell’appuntamento conclusivo del Donizetti Christmas Day, giornata di festa tra il Teatro Donizetti e il Centro Piacentiniano, realizzata dal festival con il sostegno di Immobiliare della Fiera e Stucchi S.p.A.
Il piccolo compositore di musica, sul cui recupero della partitura ha lavorato Candida Mantica della sezione scientifica del festival, andò in scena il 13 settembre 1811 come saggio finale delle Lezioni Caritatevoli. Nello spirito della farsa originale, Francesco Micheli insieme a Giorgio Pesenti hanno approntato una versione appositamente progettata per il festival, finalizzata a mettere in luce i talenti di oggi, prima tappa di un work-in-progress che si svilupperà nel tempo. Mayr, adottando un modello formale settecentesco, ha costruito la partitura ispirandosi agli stessi allievi dei suoi corsi presso le Lezioni Caritatevoli – dove anche Donizetti studiava – interpreti di sé stessi alle prese con la preparazione del saggio finale. Il suo esempio resta ancora oggi validissimo per la capacità con la quale seppe coltivare e assecondare il talento dei suoi giovani allievi, dando loro una formazione solidissima nella quale sono contemplate, fra le doti del buon musicista, anche la leggerezza, l’ironia e l’umorismo, come traspare da queste pagine e come Donizetti ben presto dimostrerà in alcuni suoi capolavori.
«Nell’opera di Mayr – racconta Alberto Zanardi – si celebra la sua straordinaria attività di didatta nelle Lezioni caritatevoli, da lui fondate a beneficio di ragazzi poveri che ricevevano così un’educazione musicale e non solo. L’opera mette in scena una giornata-tipo dei corsi di Mayr. La particolarità è che tutti e cinque i personaggi sono effettivamente esistiti, anzi erano davvero gli allievi di quell’anno, il 1811. C’è un Gaetano Donizetti che interpreta sé stesso insieme a quello che diventerà uno dei suoi migliori amici, Antonio Dolci, e ad altri tre studenti, Giuseppe Manghenoni, Antonio Tavecchi e Giuseppe Pontiroli, che poi tanto amici non erano perché a un certo punto, stanchi della grande autostima un po’ presuntuosa (ma, con il senno di poi, giustificata) di Gaetano, lo bullizzano».
Donizetti sarà interpretato da Eduardo Martínez, presentato ironicamente come giovane aspirante compositore molto sicuro del proprio talento (memorabili i versi: «Vasta ho la mente, rapido l’ingegno | pronta la fantasia, e nel comporre | un fulmine son io»). Nonostante il tono comico, appare chiaro l’intento promozionale di Mayr, che crede realmente nelle capacità del suo giovane allievo. Donizetti è affiancato da quattro compagni di scuola, a loro volta nei panni di sé stessi: Antonio Dolci, Giuseppe Manghenoni, Giuseppe Pontiroli e Antonio Tavecchi; in scena al Teatro Donizetti ne vestiranno i panni rispettivamente Maria Elena Pepi, Sabrina Gárdez, Davide Zaccherini e Floriana Cicìo. Musicalmente l’opera alterna sezioni originali e brani preesistenti che sono oggetto di studio dei personaggi in scena. Questo progetto rientra nella tematica “La cultura come cura” di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.
«Quella di Mayr – spiega Francesco Micheli – è un’operazione eccezionale, che conferma il suo enorme talento di didatta. Anche oggi, quando il rapporto fra docente e discente è diventato molto meno gerarchico, quale insegnante avrebbe l’ardire di scrivere per i suoi studenti un testo teatrale porgendo loro uno specchio nel quale riflettersi, raccontando loro stessi attraverso la voce del loro maestro? È la dimostrazione che Mayr non si è limitato a condividere il sapere con i suoi ragazzi: li ha ascoltati, seguiti, capiti. Quella del Piccolo compositore di musica non è solo una grande esperienza artistica, ma anche didattica».
Con questa produzione si apre un nuovo progetto di collaborazione con il neonato Politecnico delle Arti, costituito a Bergamo dal Conservatorio “Gaetano Donizetti” e dall’Accademia di Belle Arti “Giacomo Carrara”, e diretto da Daniela Giordano che per l’occasione dichiara: «Il piccolo compositore di musica rappresenta un’opportunità unica per raccontare il senso del Politecnico delle Arti: Conservatorio e Accademia sono per la prima volta insieme sul palco, protagonisti di un’opera che fa dialogare la musica con le scenografie digitali, il canto con le arti visive. Ringrazio Francesco Micheli e il festival Donizetti Opera per aver scommesso su questa prima coproduzione con il Politecnico delle Arti e sono certa che sarà l’inizio di tante altre preziose collaborazioni. Un ringraziamento affettuoso va anche a tutti gli studenti e i docenti del Conservatorio e dell’Accademia che si sono dedicati a questo progetto con grande professionalità e passione».