Dopo il presidio di protesta di venerdì scorso organizzato da CGIL, ACLI, ARCI e Medicina Democratica davanti alla sede provinciale di Regione Lombardia in via XX settembre a Bergamo, ora è il momento della mobilitazione a livello regionale: sabato, 21 ottobre, dalle 11.00 in via Galvani a Milano, Piazza Città di Lombardia, sotto la sede della Regione, si terrà una nuova manifestazione per tornare a chiedere che la sanità lombarda, finalmente, cambi.
Nel corso dell’iniziativa, che sarà conclusa dall’intervento di don Luigi Ciotti, sono previste testimonianze da varie realtà lombarde e l’intervento di un rappresentante del Coordinamento Veneto Sanità Pubblica, CoVeSap, che raccoglie oltre 80 associazioni, comitati e forze sindacali del Veneto. Da qui nascerà una collaborazione tra i due coordinamenti regionali per contrastare la privatizzazione della sanità che avanza in ambedue le regioni.
Da Bergamo una delegazione di sindacalisti e lavoratori raggiungerà Milano per partecipare alla mobilitazione. Numerose sono state le iniziative tenute in queste settimane in tutta la Lombardia: assemblee, presidi, volantinaggi oltre che a Bergamo, anche a Saronno, Cremona, Crema, Ticino Olona, Abbiategrasso, Como, Edolo, Pavia, Milano.
“La mobilitazione di domani non è una manifestazione conclusiva, ma una tappa fondamentale della battaglia che abbiamo intrapreso con la proposta di Referendum parzialmente abrogativo della legge regionale sanitaria e contro la cui illegittima bocciatura stiamo predisponendo il ricorso al TAR” hanno dichiarato i rappresentanti del Comitato Promotore Referendum Marco Caldiroli di Medicina Democratica, Federica Trapletti di CGIL, Vittorio Agnoletto dell’Osservatorio Salute, Massimo Cortesi di ARCI e Andrea Villa di Acli. “Andremo avanti fino a quando non saranno ripristinati i cardini del servizio sanitario pubblico su cui poggia la garanzia del diritto alla cura per tutti, oggi fortemente messo a repentaglio dal rischio di crescente privatizzazione”.
Al centro della mobilitazione c’è una piattaforma condivisa di proposte in dieci punti, cruciali per contrastare il disastro della sanità lombarda caratterizzato oggi da liste d’attesa infinite e da un progressivo smantellamento della medicina territoriale, dallo sbilanciamento verso il settore privato e dall’incapacità di garantire azioni di prevenzione (ad esempio in tema di sicurezza sul lavoro), dal fatto che non esista nessun governo delle rette nelle RSA e dal peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari.
Priorità assolute fra le 10 proposte:
1) un centro di prenotazione effettivamente unico e pubblico per tutte le strutture pubbliche e private accreditate, accessibile a tutti, con agende per la prenotazione sempre aperte, dati sulle liste di attesa e bilanci resi pubblici da tutti gli enti accreditati;
2) immediata attuazione delle norme esistenti, che garantiscono ai cittadini prestazioni nei tempi prescritti dai medici di medicina generale, riducendo gradualmente le prestazioni in libera professione.