Sabato 30 settembre a San Pellegrino Terme un incontro emotivamente intenso e al tempo stesso stimolante per istituzioni e associazioni, che apre alla speranza per i tantissimi caregiver italiani (sono più di 8 milioni, 2 milioni solo in Lombardia).
“Finché il malato sta in ospedale e ci sono gli strumenti per seguirlo, non ci sono problemi. I problemi sorgono quando poi le persone le dobbiamo mandare a casa. I familiari fanno fatica ad assistere il loro caro, il territorio non sempre ha gli strumenti adeguati. Il caregiver non segue il malato 8 ore al giorno come un semplice dipendente. Lo fa sempre, tutti i giorni, 24 ore su 24. Ed è un problema anche burocratico ed economico”.
Esordisce così dottor Giampietro Salvi, neurologo e presidente dell’Associazione Genesis, promotore della conferenza stampa che ha visto la presenza del consigliere regionale Giovanni Malanchini, a San Pellegrino per fare il punto della situazione e raccogliere le istanze dei tanti caregiver e presidenti delle associazioni presenti.
“Abbiamo pubblicato una legge il 22 novembre 2022, ma è solo un primo passo – spiega Malanchini – Noi, come Regione Lombardia, l’abbiamo fatto per dare il via al riconoscimento della figura dell’assistente familiare”. Ma non è sufficiente, perché è necessaria l’approvazione da parte dello Stato, come sottolinea Malanchini: “Ora, però, dobbiamo aspettare il via libera del governo. Grazie a questa legge regionale, noi proponiamo agli Ambiti territoriali di attivare diversi servizi per l’assistente: supporto emotivo, relazionale, psicologico, di sollievo e conciliazione. Abbiamo messo 900 mila euro per questa iniziativa”. Tradotto: l’idea è di mettere a disposizione, tramite gli Ambiti, dei professionisti che offrano supporto al caregiver.
Nessuno “stipendio”? “No, formalmente non sarebbe nemmeno possibile – sottolinea Malanchini – quello che proponiamo è invece un riconoscimento previdenziale e assicurativo al caregiver. Vorremmo poi favorire l’inserimento di queste persone nel mondo del lavoro. Vorremmo riconoscere a loro anche crediti formativi nel caso frequentassero una scuola”.
Un programma di buone intenzioni che sembra però trovare poca aderenza “con la realtà di tutti i giorni”, fanno sapere alcuni presenti. “Lottiamo ogni giorno contro la burocrazia – racconta un papà e caregiver di Rivolta d’Adda, che ha voluto condividere la sua esperienza – le esenzioni sono troppo poche e non adeguate al costo della vita. Per i caregiver in pensione non sono previsti aiuti. Terapia e fisioterapia ci vengono garantite economicamente solo in parte, ma non è sufficiente”.
“Solo tramite l’incontro e il confronto possiamo capire a che punto siamo e migliorare la situazione – chiude Salvi – È importante che ci siano stati dei progressi da parte delle istituzioni, come dimostra l’impegno di Regione Lombardia. La speranza è che si vada avanti”.
La conferenza stampa dedicata al caregiver è stata organizzata nell’ambito del 37esimo convegno medico su “Aspetti innovativi nella terapia, assistenza e riabilitazione nelle malattie neurologiche”, svoltosi sabato mattina, organizzato dall’Associazione Genesis con il patrocinio dell’Istituto Clinico Quarenghi, della Rete (Associazioni Italiane Riunite per il Trauma Cranico e le gravi Cerebrolesioni Acquisite) e di OFI Bergamo (Ordine Fisioterapisti) che ha visto circa 150 partecipanti e relatori da tutta Italia: il dott Andrea Marini da Pavia; la prof.ssa Lucia Lucca da Crotone; la prof.ssa Donatella Saviola e il prof Antonio De Tanti dell’Istituto Cardinal Ferrari Fontanellato (Parma); la dott.ssa Francesca Giulia Magnani da Milano; la prof.ssa Susanna Lavezzi da Ferrara; il prof. Stefano Mazzoleni da Pisa e la dott.ssa Anna Estraneo da Napoli. Presenti anche i bergamaschi dott.ssa Nicoletta Colombi e il dott. Fabrizio Togni.