La FP-CGIL di Bergamo considera “estremamente gravi e non rispettose delle prerogative sindacali” le affermazioni rilasciate dalla Direzione dell’ASST Bergamo Ovest, dopo la presentazione di un esposto (insieme a CIMO) a Prefetto di Bergamo, sindaci di Romano di Lombardia e di Treviglio, ATS di Bergamo e Regione Lombardia. Nella segnalazione formale il sindacato rilevava come “nelle disposizioni unilaterali adottate dalla ASST Bergamo Ovest si riscontri un concreto rischio per la sicurezza dei pazienti”.
“Non si tratta affatto di ‘procurato allarme’, ma dell’esercizio del nostro ruolo a tutela dei lavoratori impegnati in prima linea e anche della comunità, che si sostanzia nell’espressione di un dissenso – anche forte – rispetto a decisioni aziendali nelle quali si ravvisano elementi di particolare criticità” commentano oggi Giorgio Locatelli, segretario generale di FP-CGIL di Bergamo, Andrea Bettinelli, funzionario della stessa categoria, e Andrea Pavone di FP-CGIL Medici.
“L’esposto rappresenta una forte e decisa presa di posizione per sottoporre il caso all’attenzione di livelli istituzionali che hanno un preciso ruolo di garanzia sul territorio affinché si ricomponga un confronto costruttivo tra le parti, visto che questo non ha prodotto risultati in sede di trattativa aziendale” proseguono i sindacalisti.
“Da oltre un anno, le organizzazioni sindacali riportano ai tavoli aziendali una profonda preoccupazione rispetto alla carenza di organico, particolarmente evidente in alcuni servizi, che si riflette sulle condizioni di lavoro e, in ultima analisi, rischia di ripercuotersi sull’efficacia della risposta ai bisogni di salute della popolazione. È sotto gli occhi di tutti la ridotta attrattività dell’azienda, visto il consistente numero di professionisti che, soltanto nell’ultimo anno, hanno rassegnato le proprie dimissioni volontarie, indice chiaro di un disagio che dovrebbe essere indagato da chi detiene ruoli di Direzione. A tal proposito si rammenta il mancato aggiornamento del DVR (Documento di Valutazione del Riscuio) sullo stress lavoro-correlato, che – di norma – andrebbe aggiornato con cadenza biennale. È evidente che il procrastinare la valutazione di indicatori dello stress lavoro correlato da parte della direzione di ASST Bergamo Ovest denota la scarsa volontà di valutare, prendere atto e porre rimedio alle criticità riguardanti la gestione del capitale umano in particolar modo quello sanitario. Disconoscere un dato di realtà, quale la significativa carenza di organico in ambito medico ed infermieristico, crediamo sia una modalità che non aiuta nella risoluzione di un problema oggettivo”.
Nello specifico del contenuto dell’esposto, la FP-CGIL di Bergamo risponde nel merito alla nota stampa aziendale con le considerazioni qui di seguito.
a) Rispetto all’affermazione: “Il tema era già stato affrontato e specificato anche nel corso dell’incontro sindacale del 6 luglio u.s. nel quale sono state date risposte alle stesse domande poste, verbale dell’incontro già inviato alle OO.SS. senza alcuna ulteriore osservazione”. L’azienda riconosce che il tema, su espressa richiesta nostra, è stato oggetto di un confronto in cui il sindacato ha manifestato la propria contrarietà: la decisione di esporre in un’informativa a livello istituzionale (l’esposto) la nostra preoccupazione è conseguente ad un percorso di confronto intrapreso in prima istanza il 6 luglio, ma non andato a buon fine (cioè le nostre osservazione sono state ignorate). In tale sede, la delegazione sindacale, con firma congiunta di CGIL, CIMO e AROI, ha depositato un documento in cui esponeva le proprie preoccupazioni e dettagliate osservazioni in merito al potenziale rischio per la sicurezza, riscontrato nelle modalità comunicateci per ‘tamponare’ la carenza di medici internisti. Le osservazioni della parte sindacale, esposte a margine dell’incontro ed allegate al verbale di trattativa, non sono state accolte dalla direzione aziendale che, in modo unilaterale ha mantenuto in essere le decisioni assunte. Da qui la necessità di riportarle ad un altro livello istituzionale.
b) A proposito della presenza in guardia attiva presso il Presidio Ospedaliero di Romano, l’azienda ammette dunque – come da noi rilevato – che è garantita non continuativamente, h 24 7/7, ad eccezione del solo medico di Pronto Soccorso, essendo le altre specialità (chirurgia e anestesia) in pronta disponibilità h12/24 e nelle giornate festive.
c) Nel sua nota aziendale, l’ASST continua a non parlare della significativa carenza di organico in ambito medico internista, depauperato da uno stillicidio di dimissioni, spesso per altre strutture pubbliche limitrofe.
d) A margine, se è vero – come si legge nella nota aziendale alla stampa – che “per quanto riguarda la dotazione infermieristica non risultano carenze in funzione della disponibilità ed occupazione posti letto che, nel periodo estivo, sono stati ridotti sia a Treviglio che a Romano di Lombardia”, pensiamo che la direzione dovrebbe allora spiegare al personale:
– perché in diverse Unità Operative, per assenze improvvise per malattia o altri imprevisti di natura contingente, si ricorre in modo sistematico al prolungamento dell’orario di servizio, ai salti di riposo, agli ordini di servizio cosiddetti ‘oggi per oggi’. Non è indice questo di una sofferenza dell’organico disponibile?
– perché la mole di ferie arretrate non godute e di ore di straordinario originate dalla necessità di garantire la continuità assistenziale è così consistente,
– e perché per garantire le attività ordinarie, compatibilmente con i diritti contrattualmente previsti (congedi ordinari estivi), in diverse Unità Operative si stia facendo un massiccio ricorso ai turni in prestazione aggiuntiva su base volontaria (oltre le 36 ore settimanali), che sostanzialmente consistono in una “monetizzazione del riposo” per coprire turni altrimenti vacanti.
L’etica di chi ricopre posizione di comando dovrebbe comportare una seria riflessione e la capacità autocritica di riconoscere elementi di criticità nell’adozione di determinate decisioni”.