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Pronto soccorso, al Papa Giovanni XXIII presenti i volontari per l’orientamento e il supporto all’utenza

Pronto soccorso, al Papa Giovanni XXIII presenti i volontari per l’orientamento e il supporto all’utenza

Nella sala d’attesa del Pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è presente da alcune settimane la figura di un volontario delle associazioni, per offrire indicazioni, orientamento e supporto all’utenza e ai familiari. È la fase sperimentale di un nuovo progetto che, a regime, prevede l’alternanza in Pronto soccorso di oltre 20 volontari su più turni, dalle 10 alle 21 tutti i giorni feriali e festivi.

Ad aderire al nuovo progetto della ASST Papa Giovanni XXIII sono state ACP Associazione Cure Palliative Odv ed AVO Associazione Volontari Ospedalieri Odv di Bergamo. Il compito dei volontari è quello di orientare l’utenza, offrendo indicazioni utili per agevolare le procedure di accettazione al triage, orientando tra sportello CUP amministrativo e sportello triage ed aiutando ad interpretare le informazioni sui tempi di attesa fornite dai monitor presenti in sala accoglienza. Concluse le operazioni di triage, il volontario può accompagnare l’utente al Pronto soccorso pediatrico, oculistico o ginecologico. Più in generale il volontario offre sostegno durante l’attesa, cura il dialogo con l’utente e intercetta le sue necessità, con l’obiettivo di alleviare il possibile disagio. Il volontario può provvedere direttamente a risolvere alcune necessità pratiche, ad esempio fornendo una carrozzina agli utenti che ne abbiano bisogno.

Il supporto si estende anche ai familiari. Il volontario può essere un tramite tra l’utente e il familiare, per la consegna ad esempio di effetti personali e può agevolare il rapporto tra il familiare ed il personale sanitario, ad esempio per il passaggio di informazioni o per l’accompagnamento del familiare stesso nelle aree interne del Pronto soccorso, quando ve ne sia la necessità e su indicazione del personale sanitario.

“Siamo molto felici di aver dato il via a questa interessante esperienza – ha dichiarato Aurora Minetti, componente del Consiglio direttivo e responsabile della formazione di ACP -. Ormai da oltre 35 anni presidiamo vari reparti, primo tra tutti l’Hospice che abbiamo fondato e donato con grande orgoglio a questo ospedale perché potesse essere garante del servizio. Con il Covid abbiamo capito che se vogliamo parlare di qualità di vita e qualità di fine vita non possiamo prescindere dall’offrire il nostro contributo anche in altri reparti. Siamo volontari formati al sollievo, all’ascolto e alla presenza. Prerogative indispensabili oggi in ogni dove, soprattutto quando si ha a che fare con la sofferenza. Poter esserci unitamente ad un’altra associazione non può che arricchire la nostra offerta e quindi il livello del servizio erogato”.

“L’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO) ha accolto positivamente la proposta della Direzione Generale del Papa Giovanni circa la presenza dei propri volontari in Pronto soccorso, in collaborazione con gli amici di ACP – ha dichiarato Piera Vitali, presidente di AVO Bergamo -. Da sempre formati alla relazione d’aiuto, i volontari AVO rappresenteranno un valore aggiunto in un contesto difficile e molto delicato sia per gli utenti che per il personale sanitario”.

“Il nostro Pronto soccorso si fa carico in media di 300 pazienti ogni giorno. Questo afflusso è dovuto in gran parte dalla fiducia dell’utenza nell’affidabilità e nell’esperienza dei nostri specialisti e nel servizio che prestiamo – ha spiegato Maria Beatrice Stasi, Direttore generale dell’ASST Papa Giovani XXIII -. La maggioranza dei pazienti che si presentano in Pronto soccorso deve dare la precedenza ai casi più gravi che arrivano dalla rete dell’emergenza urgenza. Questo nuovo progetto punta a supportare l’utenza in tutte quelle necessità che si vengono a creare prima della visita e degli esami. L’aiuto delle associazioni ci permette di sollevare medici e infermieri da incombenze non strettamente cliniche. Ancora una volta il mondo del terzo settore e le associazioni, che ringrazio, si mettono al servizio di un obiettivo comune, per intercettare e dare risposte ai bisogni dell’utenza cui i nostri operatori si dedicano con impegno e instancabile energia”.

I dettagli del progetto sono stati messi a punto nei mesi scorsi, d’intesa con le due associazioni coinvolte, dall’Ufficio Relazioni con il pubblico, dalla Direzione Aziendale delle Professioni Sanitarie e Sociali e dal personale medico ed infermieristico del Centro Emergenza di Alta Specializzazione. Tutti i volontari sono stati formati sull’organizzazione dei percorsi logistici e clinici e sugli spazi. Indicazioni sono state fornite sul rispetto delle regole di comportamento richieste per il rispetto della privacy, per la prevenzione delle infezioni ospedaliere e per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

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