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Arrivano buone notizie per i 300.000 risparmiatori incappati nelle crisi delle “banche venete”: un nuovo decreto legge, infatti, ha stabilito che l’indennizzo spettante agli azionisti passi dal 30 al 40% (sempre fino a un massimo di 100.000 euro e reddito inferiore a 35.000€) del “danno” subito per l’azzeramento delle azioni possedute.
Si tratta della vicenda che tra il novembre 2015 e il gennaio 2018 interessò un numero consistente di istituti di credito (all’inizio tutti in Veneto, da qui il nome “giornalistico” della vicenda), tra cui Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Bcc Brutia, Bcc Paceco, Banca Padovana Credito Cooperativo, Crediveneto, Banca Popolare delle Province Calabre, tutti posti in liquidazione coatta amministrativa.
L’elenco delle banche comprende soprattutto Banca Etruria, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, nelle quali anche oltre 2000 risparmiatori bergamaschi avevano acquistato titoli a fronte di erogazione di mutui o finanziamenti, pratica commerciale giudicata scorretta da AGCM. Tra questi, ADICONSUM ha assistito circa 300 correntisti.
Tale nuovo indennizzo integra quello istituito dalla legge di bilancio 2018.
“Grazie alle sollecitazioni messe in campo dalle Associazioni dei Consumatori – commenta Mina Busi, presidente ADICONSUM Bergamo – verso politici, istituzioni e governo, si è raggiunto questo obiettivo vista la capienza del Fondo stesso (circa 550 milioni di euro). Ora si dovrà attendere solo la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma di fatto si tratta di un aumento automatico per coloro che hanno presentato domanda e ricevuto l’indennizzo. Infatti viene specificato che la quota aggiuntiva è determinata sulla base delle risultanze istruttorie e dei dati già acquisiti dalla Commissione Tecnica, in relazione alle domande già presentate entro i termini a suo tempo previsti”.
Chi ha cambiato l’IBAN dovrà comunicarlo entro 31 luglio 2023, pena decadenza, a mezzo pec, specificando codice fiscale dell’avente diritto e ID della domanda ed allegando certificazione bancaria ufficiale attestante le nuove coordinate e la loro certa riconducibilità in capo all’avente diritto..
“Riteniamo che la scadenza del 31 luglio 2023 sia estremamente ravvicinata, perché moltissimi IBAN sono cambiati stante la fusione delle banche in default in altri istituti di credito, anche perché nel frattempo (3 anni) i piani industriali hanno portato alla chiusura di numerose filiali. Inoltre, nel caso in cui chi ha percepito il 30% ed è deceduto, gli eredi dovranno produrre la dichiarazione di successione o l’apposita dichiarazione sostitutiva”.
Rimane aperta la partita di coloro che sono incorsi in errori, magari solo formali o materiali, o di quelli che, come si usa dire, hanno sbagliato il binario.
“Consap ha esaminato oltre 144.000 domande con un ristoro di 1.030 milioni di €, ma la metà degli azionisti non avrebbe presentato nei tempi previsti la domanda. Sistematicamente – conclude Busi – riceviamo richieste in tal senso”.
ADICONSUM Bergamo rende comunque noto che assisterà gli associati nella comunicazione della nuova richiesta.