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Spazio Cam presenta 24Cent(r)o Bergamo: mostra fotografica di Andrea Crupi

Tempo: percezione e rappresentazione della modalità di successione degli eventi e del rapporto fra essi come qualcosa di oggettivo. Da un punto di vista scientifico è una grandezza fisica fondamentale, ma è dal suo concetto qualitativo di percezione che trae ispirazione la mostra 24cent(r)o Bergamo, che dal 15 luglio al 31 luglio 2023 presenta le fotografie di Andrea Crupi in un inedito dialogo con gli spazi della città di Bergamo.
Esposta presso Sala Civica Sant’Agata del Circolino di Città Alta, 24cent(r)o Bergamo è un percorso attraverso la città, nel suo spazio fisico e nel suo spazio temporale.
Un viaggio fotografico che parte da lontano, nel 2012, e che attraverso gli anni racconta Bergamo nel suo divenire quotidiano: 24 ore percepite attraverso ventiquattro scatti in bianco e nero, uno per ciascuna ora della giornata, che narrano il ritmo lento di Bergamo, palcoscenico architettonico e visivo di una vita intima e discreta.
“Col tempo ci si abitua a quello che ci circonda, si perde interesse e si dà molto per scontato. La cosa più difficile, col tempo, è ritrovare uno sguardo curioso, guardare tutto con occhio diverso, quasi estraneo. Così ho camminato a lungo senza meta, girovagando a ogni ora, osservando. Il filo conduttore sarebbe stato lo scorrere delle ore, il tempo. Quello che per definizione è qualcosa di oggettivo, per Kant è forma a priori, insieme allo spazio, della sensibilità. Se gli esseri umani non fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti che sono collocati nello spazio. Lo spazio viene quindi definito come “senso esterno”, il tempo è considerato invece un “senso interno”: tutto ciò che esiste nel mondo fisico viene percepito e ordinato attraverso le strutture a priori del soggetto e ciò che viene collocato nello spazio viene poi ordinato temporalmente. Bergson, successivamente, ha osservato che il tempo della fisica non coincide con quello della coscienza. Il tempo come unità di misura dei fenomeni fisici si risolve in una spazializzazione – come, ad esempio, le lancette dell’orologio – in cui ogni istante è oggettivamente rappresentato e qualitativamente identico a tutti gli altri; il tempo originario, invece, si trova nella nostra coscienza che lo conosce mediante intuizione; esso è soggettivo, e ogni istante risulta qualitativamente diverso da tutti gli altri”, spiega il fotografo Andrea Crupi. “Anche per Einstein lo spazio-tempo è relativo al sistema di riferimento. Sono concetti intimamente legati, ma soggettivi, diversi per ognuno di noi. Quindi qualunque modo “oggettivo” avessi cercato per raccontare la città nel suo vivere nel tempo e nello spazio, sarebbe stato comunque frutto del mio essere, mentre gli altri lo avrebbero interpretato secondo il proprio.
Alla fine ho scelto di non seguire altro criterio che il tempo e il caso, lasciando che fossero le mie gambe a portarmi in giro senza un senso, solo quello della ri-scoperta della mia città.”

In occasione dell’inaugurazione del 15 luglio, una video proiezione racconterà il corpo lavoro complessivo del progetto che comprende altri scatti e il catalogo digitale.

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