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San Pellegrino Terme «azzarda» sul casinò Dai debiti ai costi sociali: il gioco ha rovinato tutti


Non tira più aria di Belle Époque. Ma dei fasti di quel tempo, posti a memoria delle generazioni future, a San Pellegrino, restano oggi solo le architetture liberty, dal Grand Hotel (in fase di parziale restauro) al Casinò restaurato ed oggi adibito principalmente a centro congressi. Capita spesso però che il passato possa ritornare d’estrema attualità proprio come nel caso del Casinò municipale, alla ribalta della cronaca per la possibile autorizzazione del Governo ad uso Casa da gioco.

L’ultimo documento a riguardo è arrivato niente poco di meno che dal MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo). Nella comunicazione, il Ministero «non esprime una pregiudizievole opposizione sul rilascio dell’autorizzazione specifica, in ragione del potenzIale rilancio turistico occupazione dell’iniziativa in esame». Una posizione -come specificato poi nella comunicazione arrivata al Comune brembano-, che si fonda sulla valutazione del modello adottato da paesi quali Austria, Slovenia e Olanda.  Lì, le case da gioco sono gestite da gruppi privati a partecipazione statale e dove, grazie a un mirato impianto legislativo, non si perseguono mere finalità di lucro ma l’obiettivo è quello di coniugare l’impresa del gioco con quella turistica ricettiva, innescando dinamiche economiche indotte con ricadute dirette sui territorio.Il prossimo passo, quindi, potrebbe essere la valutazione della coerenza normativa che consenta l’eventuale predisposizione di atti propedeutici ad un provvedimento autorizzativo ad hoc, che potrebbe essere insierito all’interno della prossima Legge di Stabilità 2017.

Il passato che ritorna
«Ha senso rincorrere e rimpiangere a tutti i costi il passato?»: è la domanda posta dalla minoranza (lista SorGente) in Comune a San Pellegrino. Da qui la riflessione sul tema, sempre alla ricerca di prospettive turistiche vincenti legate ai tempi. «ll Casinò è riconosciuto a livello mondiale come un gioiello del Liberty, un ambiente unico e ambìto per eventi e per quel turismo congressuale e culturale che di certo ha tendenze e prospettive più positive e rassicuranti rispetto al gioco», spiegano in una nota.

Entrate erariali per 8 miliardi
Il casinò di sicuro non può e non deve essere visto come una probabile risoluzione dei problemi economici ed occupazionali di S.Pellegrino e dell’intera vallata, visto sopratutto lo status quo dei numeri legati al fenomeno della ludopatia. Secondo l’Osservatorio delle Dipendenze ATS Bergamo (rielaborazione dati Aams) nel 2015 le entrate erariali dal settore giochi sono state di 8,2 miliardi di euro, pari al 9,7% della raccolta cifra vicina al 2008 quando però il fatturato complessivo era la metà dell’attuale. È il settore che negli ultimi anni ha avuto i tassi di crescita più alti, come se la crisi non lo avesse minimamente intaccato. Molti studi evidenziano come negli anni di incertezza, di stagnazione economica e di drastiche politiche, si verifichi un boom del gioco d’azzardo, con tutte le conseguenze in termini di ricaduta sui costi sociali e di ritorno negativo sull’economia. A fronte di un’evidente contrazione dei consumi familiari e del crollo dei risparmi delle famiglie negli ultimi anni sembra crescere la voglia di giocare nella speranza del colpo di fortuna.

Casinò in Italia: situazione tragica
A preoccupare sono anche i problemi finanziari legati alla crisi dei casinò in Italia, veri e propri «buchi neri» che hanno spolpato fino all’ultimo centesimo le casse comunali. Tanto per citare alcune località: Saint Vincent (Valle d’Aosta), che è passato – dal 2003 al 2016 – da 125 milioni a 60 milioni di ricavi «vincendo» così la bellezza di 38 milioni di debiti; Campione d’Italia, anche lei in tema di debiti (circa 30 milioni) verso gli istituti di credito. Tra i più indebitati ci sono anche il casinò di Sanremo (2 milioni di debiti) e di Venezia (8 milioni).

Ludopatia: Regione in campo
Mentre assistiamo quotidianamente a tragici episodi di cronaca che hanno come sfondo i debiti derivanti dal gioco d’azzardo, Regione Lombardia continua il suo impegno per combattere questa piaga sociale con azioni di sensibilizzazione e dando ai Comuni la possibilità di applicare la legge regionale.
A questo proposito – come sottolineato dall’assessore delegato Beccalossi -, è stata inviata una nuova lettera per ricordare ai sindaci che c’è tempo fino al 14 aprile per partecipare ad un nuovo Bando che metterà a disposizione altri 2 milioni di euro per contrastare la «droga del terzo millennio».

 

 


 

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