Un manufatto orafo di inestimabile valore, ma anche un segno concreto della storia che ha unito la terra bergamasca ad un grande Papa, oggi Santo. In occasione della Settimana della Cultura, promossa dalla Diocesi di Bergamo dal 15 al 23 aprile 2023, il Museo della Basilica di Gandino propone due eccezionali date espositive (domenica 16 e domenica 23 aprile dalle 14 alle 18) dedicate al Calice di Esztergom. Ad essere posto sotto la lente di ingrandimento nel contesto della Sacrestia della Monumentale Basilica di Santa Maria Assunta sarà il più bel calice in dotazione per le celebrazioni liturgiche solenni. Si tratta di un’opera di alta oreficeria ungherese rinascimentale. “Secondo una memoria d’archivio di don Francesco Bossio (forse un arcaico Bosio) del 1668 – sottolinea Antonio Savoldelli del gruppo Amici del Museo – il calice è stato un dono di un Giovanelli che lo portò dalla Transilvania, allora parte dell’Ungheria, dove gli orafi erano specialisti della lavorazione a filigrana ed erano apprezzati in tutta Europa. La decorazione non è figurativa, ma realizzata con barrette di metallo pregiato disposte in forma geometrica a cerchi, losanghe e piccole sfere che fanno l’originalità di questi oggetti preziosi. Probabilmente è il “calice grando de arzento sopra indorato” che viene citato nell’inventario del 1555 e questo conferma ulteriormente che il capolavoro d’oreficeria risale al XVI secolo. E’ il calice del primo parroco, cioè quello utilizzato nelle grandi solennità di “prima classe” le cui celebrazioni erano appannaggio del prevosto di “prima porzione”. Le dimensioni sono eccezionali perché la grande coppa era adatta per la conservazione delle sacre specie quando il Giovedì Santo venivano riposte nel Sepolcro”. Il calice viene utilizzato da secoli per le solenni celebrazioni in Basilica, ma il 26 aprile 1981 fu trasferito a Bergamo ed utilizzato da Papa Giovanni Paolo II per la solenne S.Messa celebrata in centro, sotto un “benedicente” acquazzone. Va ricordato che in Val Gandino, presso il Santuario della Madonna d’Erbia di Casnigo, è conservata la veste talare del Santo Papa polacco, ricevuta in dono dai coniugi Mario Franchina di Casnigo ed Emma Torri di Gandino. Nel Museo della Basilica di Gandino è pure conservato lo zucchetto (o solideo) del Pontefice, così come un presepe brasiliano donato ai gandinesi da Giovanni Paolo II tramite mons. Lorenzo Frana, Osservatore permanente della Santa Sede all’Unesco. L’esposizione del Calice di Esztergom (dizione ungherese dell’antica Strigonia) è dunque un evento che rinnova, nella sua eccezionalità, un legame profondo.
“Il calice, deputato a contenere il vino che diventa il Sangue di Cristo durante la celebrazione eucaristica, – spiega Francesco Rizzoni, rettore del Museo della Basilica – rimanda ai paramenti rossi. Una delle caratteristiche e peculiarità della raccolta gandinese è il cospicuo numero dei paramenti liturgici. Ancora oggi, nelle solennità del calendario liturgico e in concomitanza con le antichissime tradizioni religiose, vengono utilizzati alcuni tra i paramenti più antichi. Tra questi spiccano i paramenti rossi che coprono un arco temporale dalla metà del 1400 fino ai giorni nostri. In esposizione si potrà ammirare un cospicuo campionario di paramenti, e di conseguenza di tessuti, che raccontano la ricercatezza, l’opulenza e la generosità dei mercanti gandinesi verso la propria chiesa”. L’esposizione di calice e paramenti nella Sacrestia della Basilica di Santa Maria Assunta è programmata come detto per domenica 16 e domenica 23 aprile dalle 14 alle 18. L’iniziativa è gratuita su prenotazione, contattando i numeri 035.745425 e 340.6775066 oppure l’indirizzo mail segreteria.museo@gmail.com
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