Abu Jihad, l’uomo che si definisce membro di Al Qaeda e simpatizzante del sedicente Stato islamico, ha pubblicato un contenuto su Messenger riferito a Sergio Zanotti, il 56enne di Marone che sarebbe stato sequestrato in Siria da un gruppo vicino all’Isis.
In questi giorni a redazioni di TV, Radio e Giornali è stata inviata via mail una foto che mostra il passaporto di Zanotti accanto a una pistola e con la scritta del 16 febbraio. Con un ultimatum: se il Governo italiano non risponderà alle richieste dei presunti sequestratori in tre giorni, si dicono pronti a uccidere l’ostaggio. La notizia è arrivata una settimana fa anche alla redazione di Più Valli TV che ha provveduto immediatamente a informare i carabinieri della stazione di Darfo, con la documentazione allegata riferita alle mail ricevute dal sedicente “Abu Jihad”. Abu Jihad è lo stesso che a novembre aveva postato un video che ritraeva Zanotti smagrito e con la barba, inginocchiato in una tunica bianca e con un cartello scritto in mano. Con quel video messaggio il bresciano aveva detto di essere ostaggio e chiesto al Governo italiano di essere liberato. Quello postato nelle ultime ore è il secondo contatto dopo novembre e in cui i presunti sequestratori dicono di aver contattato l’Italia per diverso tempo, ma di non aver visto esaudite le richieste. Gli 007 italiani e il Copasir stanno lavorando per capire chi ci sia dietro questa operazione, anche se si continua a parlare di un sequestro anomalo. Alla famiglia del 56enne, l’ex moglie, l’attuale compagna e due figli, è stato chiesto di mantenere il riserbo. L’ultima volta Sergio Zanotti era stato visto dalla consorte il 14 aprile al momento della partenza dalla Malpensa. In contatto con i familiari c’è l’unità di crisi della Farnesina. Nel frattempo, dopo quel mese di novembre, la procura di Roma e Brescia hanno aperto due inchieste parallele.