Gli investigatori che indagano sull’uccisione di Zhijun Hu, 23 anni avvenuta dei boschi di Albano S. Alenssandro non hanno dubbi: è stato assassinato in quel modo per lanciare un messaggio a qualcun altro, forse un membro della sua famiglia.
La mafia cinese, in sostanza, si è vendicata su un ragazzo innocente come puro atto dimostrativo. Il giovane non era il titolare della sala slot «Las Vegas», rilevata da un cugino e una socia nel giugno 2013. Era stato mandato ad Albano per gestirla e conduceva una vita tutta casa e lavoro: lavorava dalle 10 a mezzanotte, 7 giorni su 7. In attesa dell’autopsia, in programma martedì 26 aprile all’ospedale Papa Giovanni XXIII, procedono le analisi tecniche: i telefonini, in particolare, e le celle telefoniche che hanno agganciato le celle di Albano intorno alla sala slot. Hu è stato visto alle 22 mentre stava pulendo il locale: chiudeva due ore prima perché non c’erano clienti. C’è anche il giallo del sui telefonino di cui non vì è traccia, così come dei suoi documenti, probabilmente fatti sparire dagli assassini.
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