Va ad uscire, entro la fine di questo mese di gennaio, un libro che non poteva avere una coincidenza più felice: “Valerio Bettoni. Un ragazzo di paese”. Pubblicato da Equa Edizioni di Clusone, il libro reca la firma di tre uomini di primo piano nel mondo della comunicazione: Franco Cattaneo, Tiziano Garbo e Giuseppe Zois. È un viaggio che spazia in tre direzioni precise e peraltro anche molto ampie, considerando il lungo percorso del protagonista, da più di 50 anni un nome di punta nella vita politica bergamasca e non solo.
Bettoni ha esordito sui primi gradini della scala impegnandosi nel Consiglio comunale del suo paese, Endine Gaiano. Via via, un gradino dopo l’altro è arrivato ai piani alti della Provincia, assessore poi Presidente per due mandati, dal 1999 al 2009, poi il Consiglio Regionale in Lombardia e, collateralmente, anche la presidenza del CONI e, al presente, dell’ACI di Bergamo. Proprio la vita di “un ragazzo di paese”, anzi, “ü scèt de paìs” con una passione quasi innata per la politica, vissuta con dedizione piena.
La struttura del libro si apre con un’ambientazione degli uomini che hanno fatto per decenni la storia della politica bergamasca, sotto il segno del partito che ha dominato la scena dal dopoguerra fin sulla soglia del nuovo millennio: la Democrazia Cristiana. La ricognizione reca la firma di un grande conoscitore della materia: Franco Cattaneo ed ha come focus Bettoni e il bettonismo, come s’è sviluppata un’ascesa e con quali tratti segnanti.
Poi viene il racconto, fatto con le venature molto marcate del diretto interessato, con sentimenti ed emozioni, soprattutto l’approccio personale che è il fattore-umanità. È un lungo itinerario, tracciato dalle domande di Giuseppe Zois e dalle risposte con lo stile della franchezza e della genuinità del “Betù”, di cui Zois fa anche quello che chiama un abbozzo di ritratto come prefazione.
Infine c’è la radiografia nitida, dettagliata e profonda dell’interpretazione pratica della visione politica: i dieci anni a spinta propulsiva nella guida della Provincia. Ad analizzarli è Tiziano Garbo, un nome che ha diretto la comunicazione di grandi personaggi come il ministro Giovanni Marcora e più su, fino alla Presidenza del Consiglio con Giovanni Goria. Quello di Garbo è “un intervento a 360 gradi”, che è l’orizzonte costante e ricorrente nel linguaggio di Bettoni e nella sua conduzione di Via Tasso. Il decennio bettoniano è stato etichettato da autorevoli osservatori come “la Provincia Perfetta”, con il sigillo della Corte dei Conti, a fine mandato nel 2009.
La narrazione della parabola del “ragazzo di Piangaiano” si ferma in Via Tasso, un osservatorio dal quale guardare un tragitto compiuto per un compendio.
A pagine già chiuse (in novembre), per il protagonista si è aperta all’improvviso una finestra con vista sul Pirellone. Nel libro, nessun accenno a questa nuova avvincente corsa: lo spirito con cui sarà vissuta si percepisce però nitidamente dalle scie che lasciano le traiettorie del passato.
Valerio Bettoni
Nato a Endine Gaiano – Piangaiano, paese al quale resta legatissimo, il 23 settembe 1948, secondogenito di Carolina (Lina) Spelgatti e Giovanni Luigi (Gige).
Marito di Antonella Orlandi. – Padre di Stefano e Andrea.
Residente ad Almè.
Consigliere comunale a Endine Gaiano.
Consigliere provinciale a Bergamo.
Assessore provinciale (Sport, Turismo, Caccia e Pesca).
Presidente Provincia di Bergamo (1999-2009).
Consigliere Regione Lombardia (2010-2013).
Presidente CONI Bergamo.
Presidente ACI Bergamo (dal 2016).
Autori
FRANCO CATTANEO è stato vice direttore de “L’Eco di Bergamo”, giornale con il quale continua a collaborare. In oltre 50 anni di attività giornalistica s’è occupato di cronaca locale, fatti nazionali e internazionali. È stato anche corrispondente del “Corriere della Sera” e ha curato alcune pubblicazioni locali. Nel 2015 ha ricevuto il Premio Guido Vergani “Vita da cronista” e nel 2021 il Presidente Sergio Mattarella gli ha conferito l’onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica.
TIZIANO GARBO dopo esperienze giornalistiche a “Il Cittadino”, “Il Mondo” e la direzione di una TV privata, ha diretto l’ufficio stampa dei Ministeri dell’Agricoltura e dell’Industria. Con Gianni Goria ha diretto l’ufficio stampa del Ministero del Tesoro, poi portavoce del Governo a Palazzo Chigi. In seguito direttore delle relazioni esterne di Agip e di Eni. È stato consulente di Valerio Bettoni per la comunicazione nel decennio di guida della provincia di Bergamo. Ha diretto una società di PR.
GIUSEPPE ZOIS come giornalista ha spaziato dai quotidiani alle riviste, alla radio, in Svizzera e in Italia; come autore di libri ha scritto per San Paolo, Piemme, Gribaudi, Mondadori e Einaudi e altri editori regionali. Attento a cogliere i segni dei tempi e dei cambiamenti, ha sempre avuto e perseguito come obiettivo della sua comunicazione la raccolta di molte voci e la molteplicità di linguaggi con il taglio dell’ascolto e della comprensione. La sua bibliografia oggi è ricca di cento titoli.
Io (penso) di conoscerlo bene
Mi sono trovato, quasi per caso, proiettato in Provincia di Bergamo quando accettai la candidatura del collegio di Costa Volpino. Tentai di sottrarmi a questa avventura perché avevo altri progetti tra cui la nascita di questo giornale e di tutta la rete editoriale che ne è seguita. Mi convinsero che non c’era nessuna possibilità di essere eletto anche perché, nella precedente consultazione il Collegio Elettorale di Costa Volpino, per Forza Italia, si era classificato al ventottesimo posto e bene che fosse andata sarebbero stati quindici i posti destinati agli azzurri. Mi classificai tredicesimo e si aprirono, anche per me, le porte di via Tasso a Bergamo. Con una buona dose d’incoscienza accettai la Presidenza della Commissione Bilancio, Patrimonio e Attività Produttive, forse la commissione più impegnativa e mi trovai a collaborare con Valerio Bettoni, personaggio che rispettavo, ma per il quale non nutrivo particolare empatia. Sentimento che sentivo ricambiato. Furono cinque anni di intenso lavoro con un bilancio che cresceva ad un ritmo sostenuto e un passaggio di deleghe che poneva la Provincia ad assumere un ruolo centrale della vita politica e sociale. I miei rapporti con Bettoni andavano migliorando pur avendo una visione politica abbastanza distinta.
Al termine del primo mandato ci fu la conferma di Bettoni alla Presidenza della Provincia e anch’io mi presi la soddisfazione di migliorare ulteriormente il mio personale successo portando il collegio di Costa Volpino all’ottavo posto. Ne conseguì la nomina a capogruppo di maggioranza, ovvero la rappresentanza di 19 consiglieri su 24. Sentivo il peso di questo ruolo mentre la Provincia si andava affermando sempre più sul territorio. Ricordo che verso la fine di questa esperienza, durante la discussione del bilancio, nel corso della dichiarazione di voto tirai la giacca al Presidente Bettoni. In estrema sintesi gli dissi “Lei Presidente è imbattibile quando gioca in casa, quando si impegna per le cose dei bergamaschi ….” Invitandolo a lasciar perdere certe iniziative abbozzate per la centrale turbogas di Benevento o le pale eoliche, di Troìa in Puglia.
Il giorno dopo l’Eco di Bergamo scisse a nove colonne “ Martinelli bacchetta Bettoni” Non la prese bene, ma il tempo ha sistemato le cose.
In piena corsa per un posto alle regionali mi sento di confermare quello che dissi allora. Non c’è nessuno dei candidati che conosce il territorio bergamasco come lui. Rimarrà un “ragazzo di paese”, ma un paese di 243 centri con oltre un milione di abitanti.
Antonio Martinelli