“L’impatto totale ulteriore dei tagli della manovra di finanza pubblica 2017 sulle Regioni a Statuto ordinario vale circa 1 miliardo e mezzo”. Lo ha comunicato, al Consiglio regionale lombardo, l’assessore regionale all’Economia, Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia, illustrando all’Assemblea di Palazzo Pirelli gli effetti che la manovra statale 2017 avrà sul bilancio della Lombardia.
COLPITI IL SOCIO SANITARIO E IL TPL – “La Regione Lombardia – ha spiegato Garavaglia – si dovrà fare carico di un taglio che vale complessivamente 160 – 170 milioni tra Fondi sociali, sanitario e Tpl, a cui si aggiungono circa 80 milioni tra ulteriore avanzo di bilancio e contributo per il pareggio di bilancio”. Tagli tanto più dolorosi – ha chiosato – poiché colpiscono settori delicati, come il socio-sanitario, che riguarda le fasce deboli, e strategici, come quello del trasporto pubblico, che tanto incide sulla quotidianità dei cittadini.
LA RESPONSABILITÀ DELLE REGIONI A STATUTO ORDINARIO – “Ai tagli relativi alla Legge di bilancio – ha aggiunto – si aggiunge infatti quello sul Fondo sanitario, che vale complessivamente 422 milioni di euro”. Taglio da ricondurre alla scelta delle Regioni a Statuto speciale di non essersi fatte carico, nel 2016, della loro quota di tagli, ha chiarito Garavaglia, ricorrendo e invocando la loro ‘specialità’. Effetto di questo mancato contributo è stato il taglio, imposto dal Governo, sul Fondo sanitario, quindi ancora a carico delle Regioni a Statuto Ordinario.
LOMBARDIA HA GIA’ RIDOTTO DOVE POSSIBILE, ALTRI NO – “La vera difficoltà per Regione Lombardia è tagliare ulteriormente, perché noi abbiamo già ridotto dove era possibile ridurre – ha sottolineato Garavaglia -. I costi del personale, per esempio, dal 2011 sono passati da 176 a 167 milioni, mentre le altre Amministrazioni pubbliche non hanno ridotto come noi. Altro esempio: i consumi intermedi sono passati da 160 a 124 milioni in quattro anni, le altre Amministrazioni pubbliche li hanno addirittura aumentati”. “E’ vero che è sempre possibile migliorare – ha concluso l’assessore –, ma è altrettanto vero che è difficile farlo quando sei su questa china da anni, soprattutto quando in altre realtà, come per esempio in Regione Sicilia, si scopre che mancano 52 miliardi di entrate”.