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Nuova linea T2 Bergamo – Villa d’Almè «Vantaggi anche per la Valle Imagna»


Da diverse settimane si è tornato a parlare della possibilità di attivare una nuova linea tranviaria che andrebbe a collegare Villa d’Almè alla città di Bergamo.

Una soluzione che potrebbe risolvere i problemi di congestione del traffico che ogni giorno affligge l’area nord-ovest della Provincia di Bergamo. Ancora in pochi però hanno sottolineato i possibili vantaggi che una nuova linea su ferro avrebbe anche per la piccola Valle Imagna, come evidenzia il vicesindaco di Almenno S.Bartolomeo Alessandro Frigeni. 

«La riattivazione della tranvia per la Val Brembana nel tratto Bergamo – Villa d’Almè – spiega Frigeni – avrebbe importanti benefici, soprattutto se accompagnata dalla realizzazione, a Villa d’Almè, di un adeguato parcheggio di interscambio per i residenti della Valle Imagna, con un servizio di bus navetta che colleghi la valle a Villa d’Almè. In questo modo, oltre ad una significativa riduzione di inquinamento atmosferico e tempi di corsa, diversi cittadini della valle non andrebbero ad occupare il già congestionato traffico su strada nell’area nord-ovest della provincia».


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Alessandro Frigeni, vicesindaco di Almenno S. Bartolomeo


Su inquinamento e risparmio di tempo siamo tutti d’accordo, ma il possibile costo del biglietto? «Immagino che il futuro gestore dovrà studiare una tariffa competitiva. Il biglietto di bus navetta più tranvia non dovrà superare la corrispondente corsa dei pullman attualmente in servizio».

In realtà sarebbe meglio parlare di riattivazione, visto che – come ricorderanno i lettori più anziani – nel periodo 1906-1966 esisteva un treno che da S.Pellegrino correva fino a Bergamo. Il vecchio sedime e le gallerie ci sono ancora, ma il problema è che, nel frattempo, su parte di quel tracciato è stata realizzata una pista ciclabile. Per questo motivo l’idea di recuperare il vecchio sedime per attivare la tranvia non è totalmente fattibile ma andranno adottate soluzioni alternative, ad esempio, accostare parallelamente la T2 alla ciclovia. «Stiamo ritornando – conclude Frigeni – sui passi dei nostri avi. Non stiamo facendo altro che riadattare in chiave moderna le vecchie ferrovie già presenti fino al dopoguerra, cercando di rimediare a quello che è stato un errore clamoroso di chiudere la tranvia. Una scelta al tempo davvero miopie, perché ora dobbiamo spendere parecchie risorse per andarle a riattivare».

 


 

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