L’assenza prolungata di precipitazioni insieme alla mancanza di vento che “purifica” l’aria ha nuovamente favorito un’alta concentrazione di agenti inquinanti.

A Bergamo torna l’allarme smog. L’assenza prolungata di precipitazioni insieme alla mancanza di vento che “purifica” l’aria ha nuovamente favorito un’alta concentrazione di agenti inquinanti. “Visto il ripetersi di queste situazioni – sottolinea Coldiretti Bergamo – è importante considerare il valore strategico del verde urbano, sia per quanto riguarda il miglioramento della qualità della vita e della bellezza dei quartieri, ma anche in relazione alla lotta alle polveri sottili. A questo riguardo il settore florovivaistico può contribuire con la competenze dei propri operatori  a una pianificazione avveduta nella scelta delle essenze e della loro manutenzione, per ottenere un’azione di pulizia più duratura”.

Secondo l’Istituto di Biometeorologia CNR di Bologna, nell’arco di dodici mesi una pianta adulta soddisfa il fabbisogno di ossigeno di 10 persone ed è in grado di assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica, a seconda della specie. Le varietà più “mangia smog” sono i larici, i  cipressi, i salici, i pioppi, le betulle, i tigli, gli  ontani e gli aceri. “Anche l’agricoltura in città può dare un contributo significativo in termini di miglioramento della qualità dell’aria, così come gli orti urbani, che hanno anche un risvolto sociale ed educativo – prosegue Coldiretti Bergamo –; nell’ambito del progetto “Mangio locale, penso universale” che da anni stiamo realizzando in collaborazione con il Comune di Bergamo e la SerCar ristorazione abbiamo inserito anche questo aspetto. Sono 8 le scuole cittadine che hanno avviato queste esperienze, non solo per far comprendere il valore della produzione a chilometro zero ma anche per far maturare nelle nuove generazioni una più spiccata sensibilità verso l’ambiente”.

La diffusione tra i cittadini di una più marcata cultura ambientale contribuisce anche alla scelta di mezzi di trasporto più ecologici. Nel caso delle biciclette, questo orientamento è favorito anche dall’allungarsi delle piste ciclabili in città: dai 16,6 km del 2008 si è infatti passati ai 44 km del 2014 (dati ISTAT).